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ci siamo, la fine è vicina! No, non quella del mondo, sfiorata in The last of us ma, della prima stagione della serie HBO tratta dall’omonimo videogioco di Naughty Dog. Manca infatti un solo episodio, e l’ultimo, l’ottavo ci ha regalato non poche emozioni ed evoluzioni.
Dopo l’interludio che, è stato il settimo episodio dedicato a un importante avvenimento di Ellie, “The last of us” prosegue con la trama. Si riparte da dove eravamo rimasti: Ellie decisa a salvare Joel ne cuce la ferita. La quale si è però infettata causando all’uomo una setticemia, Ellie non sa cosa fare e la fame aumenta. Decide quindi di uscire dal sotterraneo abbandonato ed andare a caccia.
Mettendo in pratica gli insegnamenti di Joel riesce a colpire un cervo, l’animale ferito riesce però a fuggire ed Ellie lo trova ma già circondato da due uomini, con i quali si troverà a contrattare. Tenendoli sotto tiro, e qui nell’atteggiamento si vede maggiormente l’influenza di Joel, ottiene di lasciar loro l’animale in cambio di medicine. Mentre con David attende che, l’altro torni dal villaggio scopriamo (o almeno chi non ha giocato The last of us) che, della comunità dei due facevano parte anche i banditi del sesto episodio. L’uomo morto ricordato a inizio episodio è proprio quello ucciso da Joel.
Un nuovo tipo di comunità
L’ottava puntata di “The last of us” prima della situazione di Joel ed Ellie, infatti ci introduce in una nuova comunità. Le immagini ci portano dai paesaggi invernali alle strade di una cittadina. Tutto è coperto dalla neve e ricorda quei film di Natale americani dal lieto fine assicurato, con il ritorno o arrivo da una grande città e l’amore che trionfa. Ma qui le strade sono deserte e pure il bianco della neve è velato da un grigiore inquietante.
Sottofondo una voce, predica citando il salmo 21, poche scene e alla voce viene dato un volto. Un uomo circondato da un gruppo all’interno di un ristorante, tutti lo ascoltano in riverente silenzio. Si percepisce siano come quasi terrorizzati o succubi, una sudditanza dettata dalla gratitudine. Il predicatore che, ricopre anche il ruolo di leader, dopo aver ricordato Alec e come dovrebbero accettarne la morte, passa poi a parlare della situazione di carestia e dell’avvistamento di cervi. Gli altri finito il discorso tornano alle loro incombenze, amorfi e rassegnati.
David e il braccio destro vanno quindi a caccia ritrovandosi poi faccia a faccia con Ellie, e ritornati al villaggio comunicano al resto del gruppo di aver trovato i responsabili della morte di Alec. Quando la figlia chiede vengano giustiziati, inizia a rivelarsi il vero David. L’uomo infatti ricordandole che, dovranno subire un giusto processo, le da un ceffone e sottolinea che, pur avendo perso un padre ne avrà sempre uno. Parla ovviamente di sé ma, i modi che usa sono subdoli e mettono a disagio la ragazzina come lo spettatore.
La comunità, come il suo leader sono dietro una facciata di tranquillità e pacatezza è in realtà un gruppo sottomesso alla fede e disperazione. L’ordine e la sopravvivenza sono dati da una dittatura teocratica. Una comunità ben diversa da quelle incontrate prima. Quella di Jackson di stampo comunista ha le sue regole ferree ma, necessarie a preservare intrusioni varie. Anche quella capeggiata da Kathleen aveva comportamenti spietati ma, potevano seppur condanna il essere giustificati da anni di soprusi subiti dalla FEDRA. David si rivelerà ben più malvagio di Kathleen e la battuta, rivolta ad Henry, “anche i bambini muoiono” le si poteva dare la scusante dell’essere indurita dagli eventi e la perdita del fratello.
Qui il gruppo è teocratico e la fede seppur vacillante fa tirare avanti e seguire David. Si tratta però di una setta, ricorda quelle realmente esistenti che, fanno il lavaggio di cervello al punto da permettere di controllare le vite e abusi di vario tipo. Lo stesso David lo farà capire, quando ad Ellie che, gli chiede “credi ancora a queste stronzate?” (In riferimento alla Bibbia e religione), dirà che, lui non crede a quello.
È solo che, la gente ha bisogno di un Dio, una guida, lui ne approfitta. Essendo superiore, come Ellie non ne ha bisogno, anzi lui crede al Cordyceps al fatto che, tenda superiori e procuri cibo. La frase sullo striscione, titolo dell’episodio, “Quando abbiamo bisogno ci rifornisce” non si riferiva a Dio.
Ellie balla da sola
O meglio combatte da sola. Dopo aver ottenuto le medicine e fatto delle iniezioni a Joel, viene infatti catturata e tenuta prigioniera dal gruppo di David. L’uomo ammirandone lo spirito vorrebbe entrasse nel suo gruppo, anzi arriva a proporle di aiutarlo nella guida. Ellie però rifiuta riuscendo tra l’altro a rompere un dito all’uomo, che tornato con il braccio destro stende la ragazzina su un lettino. Le intenzioni sono chiare, come aveva compreso da un orecchio in una cella vicina, in mancanza di carne animale mangiano quella umana.
Ellie riesce a liberarsi e fugge inseguita da David. Dopo avergli tirata un pezzo di legno infuocato, e provocato un incendio, lo accoltella ma l’uomo riesce a sopraffarla. Tuttavia Ellie riesce a non soccombere e lo uccide con ripetute, e meritate, coltellate. Ellie è sempre più indipendente, non più dipendente da Joel ma, sua comprimario.
Chi sono i veri mostri?
Nel frattempo Joel ripresosi è riuscito, dopo averli torturati, a farsi dire da due dei seguaci di David dove si trovi Ellie. Di momenti forti “The last of us ” ne è pieno.Si potrebbe pensare che, il momento più brutale sia quando il nostro protagonista infilza un coltello in una rotula, l’orecchio notato da Ellie o quando la stessa sgozza James con una mannaia, o ancora i cadaveri decapitati appesi al macello.
No, questi sono tra i momenti di The Last of us più brutali a livello visivo ma, il momento più alto in questo senso è un altro. Avviene quando Ellie è momentaneamente annientata da David, l’uomo (se così possiamo chiamarlo) tenta infatti di violentarla. Mentre le dice che, ama la lotta cambia non solo espressione ma, volto. C’è una brutalità pura calata la maschera, e capiamo cosa volesse dire quando parlava del fatto che, dopo la pandemia ha capito non fosse giusto reprimere la sua natura violenta.
È agghiacciante se rapportato al fatto che, facesse l’insegnante, come ha detto ad Ellie, a ragazzini. Il fatto che, non si tratti di un caso isolato è confermato dal disagio provato dalla figlia di Alec. Il suo manipolare è rappresentato in pieno dalle parole “non c’è paura nell’amore” rivolte ad Ellie mentre tenta di abusarla.
La ragazzina come detto, riesce a salvarsi e si ritrova con Joel. I due si allontanano abbracciandosi per sostenersi, un’immagine che sottolinea l’evoluzione dei due e del loro rapporto. Ellie, come si diceva, se la cava da sola e con Joel si proteggono a vicenda. Come le dice David, durante la prigionia, Joel ha ucciso per lei, per proteggerla. Ormai non è più un carico ma, come una figlia e Joel per lei è la famiglia mai avuta.
Si riflette anche su chi siano i veri mostri, qui è palese non siano gli infetti. I veri cattivi sono gli esseri umani, o meglio alcuni. Qualcuno per necessità, vedi Henry o Joel e Tess, altri per rivalsa e sopravvivenza come Kathleen e il suo gruppo. Ma, il vero male è quello rappresentato da David, un qualcosa di ingiustificabile e inenarrabile. Non solo sfrutta la situazione apocalittica, la fame e disperazione delle persone ma, compie uno dei gesti più inqualificabili.
Druckmann e Mazin, pur con le differenze dal videogioco, ci regalano ancora una volta una trasposizione ben fatta. Sì, forse è stata semplificata un pò troppo la componente lotta di The Last of us. Lo ammetto, avrei voluto vedere Elliee David combattere gli infetti. Tuttavia non si può criticare totalmente l’episodio, che infatti ha ottenuto il punteggio più alto.
Le modifiche ci sono,soprattutto il finale dato che, nel videogioco Joel ritrovava Ellie all’interno dell’edificio e la riportava alla realtà mentre era ancora sul corpo di David. Nella serie invece i due si riuniscono fuori, un cambiamento dettato da motivi narrativi e pratici. Gli autori non volevano che, il tutto avvenisse con l’edificio in fiamme perché ha un effetto diverso rispetto al videogioco. Come lì volevano portare a pensare sarebbe stato, ancora una volta Joel a salvare Ellie, inoltre l’uomo non aveva le chiavi per aprire.
Joel invece si trova a dover salvare Ellie in un modo diverso, deve farlo a livello emotivo, rassicurarla e riportarla alla realtà. C’è una crescita del rapporto tra i due, tanto che, nel calmare la ragazzina l’uomo la chiama “baby girl” traducibile come “bambina, piccola”.
Cosa aspetterà Joel ed Ellie oltre il bosco che, stanno per attraversare? Come verrà conclusa la serie? Non ci resta che aspettare la notte del 13 marzo per scoprirlo. Intanto la serie ha un successo tale che, per il finale di stagione a Milano è stato organizzato per questo week end un evento dedicato, con tanto di escape room.