Ciao GameHz!
Oggi vi parlo di una piccola perla della ludonarrativa, Pico Zero. Se cercate un gioco horror semplice nelle meccaniche ma con una narrativa psicologica, introspettiva e soprattutto molto legata alla realtà, Stick Figya ha creato e pubblicato il gioco che fa per voi.
Ma non perdiamoci in chiacchiere e andiamo a vedere di cosa sto parlando.
Come sempre fateci sapere nei commenti che ne pensate.
Ci sono giochi che offrono molto più che semplice intrattenimento, nella storia videoludica ne abbiamo avuti molti esempi, come To The Moon e Omori.
Avvii il gioco, sicuro delle ore di divertimento o spensieratezza che ti darà, arrivi alla fine con le lacrime agli occhi, un senso di meravigliosa tristezza che imprime a fuoco il ricordo di quel gioco.
Tutti i giochi di questo genere hanno una caratteristica principale, la ludonarrativa. Ore e ore di composizione di un costante crescendo emotivo tra storia, dialoghi e personaggi di cui ricorderai anche i nomi per un bel po’, il tutto condito da un gameplay che non distrae troppo creando dissonanza col procedere della narrativa.
Oggi vi parlerò di un gioco indie che, come i precedenti, è molto più di semplice intrattenimento, ma con delle particolarità anche rispetto ai suoi simili.
Il gioco in questione è stato sviluppato da Stick Figya, uno sviluppatore molto giovane che da solo, in soli 7 giorni, ha creato Pico Zero, un Psychological Horror Platformer in 8-bit disponibile su Itch.io ad offerta volontaria per poter finanziare lo sviluppo completo del gioco stesso.
Pico Zero
In Pico Zero non avremo una principessa da raggiungere e salvare, non avremo nemmeno un nemico da sconfiggere ma dovremo semplicemente percorrere la strada che ci separa dalla casa della nostra compagna, Pica.
Il mondo di gioco è molto semplice, così come la sua formula di gameplay. Colori accesi e una musica allegra ci introducono in quello che sembra essere un normalissimo platform di altri tempi. Monete da prendere, nemici su cui saltare per sconfiggerli e pedane da attivare e disattivare per superare un burrone, nulla di mai visto insomma.
La vera sfida infatti non viene proposta nel gioco ma è rivolta al giocatore.
Pico Zero è un gioco introspettivo, mostrando un lato della psicologia umana che, fin troppo spesso, con vergogna viene nascosta e con paura ignorata, quello della depressione.
Senza mai essere scontato e prevedibile riesce a far sentire tutte le emozioni che tale disturbo provoca sia in chi lo vive in prima persona sia di chi lo vive tramite qualcuno. Dimostrando una profonda conoscenza di tale realtà psicologica, Stick Figya, ha creato, con questo piccolo gioco, un canale di comunicazione per chi si sente emotivamente solo, offrendo al contempo un messaggio per tutti: “cercami nel mondo REALE”.
A seguire vi racconterò un po’ più del gioco evitando di fare spoiler, o quasi.
Invito chiunque a comprare il gioco, ricordiamo a offerta volontaria nel caso di Pico Zero, aiutando come possibile sviluppatori di tale caratura emotiva.
Consigliatissimo. Le emozioni e le giuste riflessioni sono assicurate.
“Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro”
Friedrich Nietzsche
(QUASI) SPOILER ALERT!
L’inizio del viaggio di Pico
Senza troppi preamboli, subito dopo aver avviato Pico Zero, ci troveremo in un mondo coloratissimo e allegro.
Un solo obiettivo: raggiungere casa di Pica.
Durante questa breve avventura di un’oretta (al massimo) conosceremo alcuni personaggi a cui dovremo dare una mano e soprattutto troveremo dei messaggi enigmatici che parleranno di Spirito, Karma, Rinascita e Margherite (Daisies), tutti accompagnati dal numero 101.
SPIRITS 101
Cos’è uno Spirito?
Tutti ne hanno uno, lo spirito è l’interno del tuo guscio, le tue speranze e i tuoi sogni, le tue forze e le tue debolezze vengono emesse dal tuo spirito. Ogni Spirito è completamente diverso, questo è la bellezza di tutto. L’unica cosa uguale, tuttavia, è come il nostro spirito si rompe. Niente può vivere per sempre. Se la tua vita va a ZERO, o cadi da una collina, il tuo spirito si può rompere.
Quindi non saltare giù da una collina.
KARMA 101
Che cos’è il Karma?
Karma, in poche parole, sono le conseguenze delle tue azioni. Cosa hai fatto in questa vita? Hai contribuito a rendere il mondo migliore?
Gli effetti del Karma, a differenza di quello che puoi aver sentito, si verificano dopo che il tuo spirito si è rotto. Quando il tuo Karma è attivo il tuo corpo diventa quello che il tuo SPIRITO desidera di più.
Vuoi essere un fiore? Un fiume? Un albero? Se hai un cuore puro si dice che tu possa avere un grande potere dopo la morte. Il potere di diventare un DIO. Il potere di aiutare a plasmare un mondo migliore.
Dopo questi due messaggi Pico Zero ci metterà dinanzi al primo vero ostacolo. Non vi spoilero gli altri due essendo fondamentali per la parte “psychological horror” del gioco.
Psychological Horror
La sensazione di aver tralasciato qualcosa è inevitabile. Non resta che porsi le giuste domande su quei messaggi che ad una prima lettura sembrano dei semplici tutorial.
Cosa avrà voluto dire con “cuore puro”? Come possiamo dimostrarlo senza rompere il nostro spirito?
Una volta risolto questo enigma il mondo attorno a noi cambierà. I colori accesi si spengono, la musica si fa più tetra, il sole che ci ha accompagnato per tutto il tempo diventa un volto terrificante. Faremo così la conoscenza del mostro che perseguita questo mondo, un dio malvagio che vuole far sprofondare nell’oscurità l’isola su cui ci troviamo. Un mostro che quando ci incontra sembra tanto confuso quanto noi.
Superando diverse difficoltà date da questo nuovo mondo, così terrificante e cupo, e aiutando gli altri abitanti dell’isola, faremo sempre più la sua conoscenza e quindi, andando a scoprire quali sono le sue vere ragioni e la sua storia, lo comprenderemo sempre di più.
(vero) Spoiler Alert!
L’inizio del nostro viaggio
Dopo aver aiutato tutti finalmente Pico raggiungerà finalmente la casa di Pica. Entrandoci verremo catapultati in quello che sembra essere un cimitero, percorrendolo troveremo il diario di Kaypo, un personaggio nuovo, con un padre che non gli parla più e lo accusa della morte della moglie, una compagna che Kaypo pensa essere triste per colpa sua, per averle in qualche modo rovinato la vita senza volerlo. Convinto di essere la colpa delle sofferenze altrui crede fermamente in un’unica, definitiva, soluzione.
Dopo averlo incontrato cercherà di impedirci di aiutarlo. Con una boss fight che ricorda molto Undertale, a cui Stick Figya si è chiaramento inspirato, dovremo schivare tutti i suoi colpi mentre ci urlerà contro di arrenderci, che non ne vale la pena e che stiamo facendo un errore.
Solo dopo averlo sfinito ci permetterà di incontrarlo nella sua forma originale, accettando di ascoltare Pico e farsi aiutare.
Come? Questo lo lascio scoprire a voi.
Quanto raccontato è molto poco rispetto alle emozioni vissute e trasmesse dal gioco.
Contribuite al progetto Pico Zero e ricordate che quanto giocato non è solo frutto di fantasia, è una storia fin troppo frequente nella realtà. Cercate i Kaypo della vita REALE.
Sembra un gioco interessante! Lo proverò!