Goooodmoring FollowHz! Il mondo di Radikal Bikers è cambiato più velocemente degli stessi piloti, oggi possiamo vedere un’evoluzione economica e sociale attraverso gli occhi di un gioco.
Per chi non lo conosce: Radikal Bikers
Uscito a cavallo tra il 1998 e il 1999, Radikal Bikers è un gioco arcade simbolo che in quegli anni era onnipresente nelle sale giochi di tutto il mondo.
Viene genericamente definito come un “simulatore di guida” ma è un termine fuorviante, è più simile a Mario Kart e soprattutto a Crash Nitro Kart (anche la grafica ricorda quest’ultimo). Quindi: corse fuori di testa contro una CPU, aldilà della fisica terrestre, con power up e scorciatoie. In più abbiamo le auto che rappresentano un ostacolo alla “Burnout”, che in alcuni casi si potevano buttar via in altri erano macigni su cui schiantarsi. Ma in questa fase è importante sottolineare l’obiettivo del gioco: arrivare da punto A al punto B per consegnare una pizza.
Infatti si tratta di una pazza corsa tra fattorini ambientata in Italia a bordo persino di un motorino realmente prodotto, il bizzarro Italjet Dragster.
Connubio tra pizza e motorino
Ambientazione non causale perché in Italia il portapizze in motorino è un grande classico. Il tipico lavoro da ragazzi, quello che fai per guadagnare i primi soldi, ed anche chi vi scrive ha svolto questo mestiere spesso ingiustamente trascurato. Oggi di nuovo rivalutato, finalmente, per via della pandemia che ci ha fatto accorgere di quanto quei “ragazzi”, in generale ogni lavoratore del mondo della logistica, hanno una loro importanza e dignità.
A testimonianza di quanto questo connubio sia internazionalmente riconosciuto come “italiano” basti pensare che la società che sviluppò Radikal Bikers era spagnola.
Ma dalla fine degli anni ‘90 il mondo del food delivery (termine nuovissimo per indicare questo settore) è stato totalmente stravolto, non solo dal Covid: per ordinare non si chiama più il ristorante lo si fa dalle app come Just Eat, il portapizze si chiama “raider” e non viene più ricollegato al motorino ma alla bici.
In sostanza attraverso un videogioco, possiamo vedere un vecchio paradigma sociale che si sta evolvendo sotto i nostri occhi e che rende quell’ambientazione quasi antiquata.
Il dopo Radikal Bikers
E che i tempi cambiano lo si può vedere anche dai “simulatori” successivi. Partiamo dal presupposto, che nonostante questo “simulatore di portapizze” abbia avuto un successo importante, non è stato mai rilasciato un sequel (tra l’altro la società sviluppatrice è fallita nel 2007).
Facendo un rapido giro sugli store di videogiochi, soprattutto in quelli per le “console” più diffuse al mondo ovvero gli smartphone, non c’è qualcosa che gli assomigli molto. Si trovano titoli simili, anche con l’aggiunta di mappe divertenti con trampolini e pedoni da dribblare, dove semplicemente c’è l’ordine e il giocatore lo deve espletare più velocemente possibile. In sostanza si è mantenuto lo scopo principale, alcuni connotati, ma non tutto il resto. Manca la gara o le auto distruggibili alla bournout. Nell’aprile 2021 è comparso su Steam un vero e proprio “simulatore” del food delivery, un titolo dal nome appunto “Food Delivery Service”. Un’avventura indie, che è letteralmente l’unico titolo presente sullo store a riportare il termine “food delivery” nel nome mentre viene scritto questo articolo, che cerca di mantenere una serietà quasi “cupa” nel tentativo di rendere la simulazione molto realistica, cosa però funzionale alla trama (infatti gli sviluppatori, nella descrizione, lo definiscono un horror game perché c’è altro dietro la consegna di cibo).
Dal vecchio al nuovo?
Sì, certamente sono cambiati i gusti. Come detto Radikal Bikers ricorda Crash Nitro Kart e Mario Kart. Sebbene quest’ultimi due abbiano avuto degli sviluppi in tempi recentissimi, il remake di Crash nel 2019 e Mario Kart 9 di prossima uscita, non sono tanti i giochi di corsa che seguono lo stesso filone. Ma nessun altro ha battuto la strada intrapresa da quel titolo del ‘98 andando a riprendere allo stesso modo il “nuovo” paradigma del settore delle consegne.
Probabilmente ciò è legato anche a tutto ciò che oggi circonda questa professione: le battaglie sindacali dei raiders, l’oligopolio delle grandi piattaforme di delivery con sedi in paradisi fiscali e l’attenzione mediatica data al fenomeno delle app per ordinare la pizza.
L’impressione è che non si è cercato più di dare a questo mestiere un lato giocoso, scanzonato, perché quel mondo è così cambiato, ha fatto emergere tali e tanti nuovi e vecchi problemi agli occhi dell’opinione pubblica, da far sembrare inopportuno qualunque tentativo di dargli un connotato “spensierato”. Oltreché sbiadire quel legale culturale che lo identificava come “una cosa italiana” o all’italiana.
Ma ci sono dei margini
Quindi riproporre una simulazione dell’attuale lavoro dei raiders o un gioco di corsa ad esso ispirato, anche solo tralasciando tutti quello che i mass media hanno raccontato su questo fenomeno o le battaglie legali arrivate nelle aule di tribunale, è molto complicato ed sarebbe prevedibile il modo negativo in cui verrebbe accolto.
Però non sarebbe assurdo riproporre invece una remastered anche di Radikal Bikers, c’è ancora dello spazio nel mercato per questo tipo di prodotto che ha le carte in regola per richiamare tutti quegli appassionati che ci giocavano in passato. I già citati titoli Nintendo e Beenox, ne sono una dimostrazione.
In sostanza quello che è un cambiamento del contesto generale, identificherebbe questa release come qualcosa riguardante il passato mettendolo al sicuro dalle evoluzioni sociali attuali.
Una possibilità per tutti coloro che avevano, e hanno ancora, ben in mente la posizione esatta nella sala giochi del cabinato di Radikal Bikers.
E voi cosa ne pensate? Vi piacerebbe vedere un remake di Radikal Bikers? Fatecelo sapere nei commenti!