Goooodmoring FollowHz! La recente uscita della remastered di Judgment è solo l’ultima release di giochi che riguardano anche l’investigazione.
Più che una recensione, il suddetto articolo è un modo per entrare nella nicchia dei giochi investigativi sfruttando la release di un titolo noto e apprezzato.
Direttamente da Yakuza
Per chi non lo conoscesse, Judgment è uno spin-off della nota serie Yakuza, pubblicato da SEGA e sviluppato dal Ryū ga Gotoku Studio, ambientato in un immaginario sobborgo giapponese. Dall’originale si discosta parecchio: da un lato abbiamo un picchiaduro, caratterizzato da missioni secondari e NPC “ridicoli” in puro stile nipponico, mentre dall’altro un’avventura di un detective privato con una storia di redenzione dove i combattimenti si mischiano a fasi investigative da detective.
Ad aprile è uscita la versione riadattata di Judgment per le piattaforme di nuova generazione e PC, suscitando un rinnovato interesse per il titolo, che merita le ore di gioco necessarie per concluderlo. Eppure giochi così non sono molti.
I videogiochi non sono film
In un precedente articolo, ci siamo soffermati sulle caratteristiche che il mondo videoludico ha preso dalla cinematografia. Però chiaramente sono due formati differenti, per un pubblico differente, e sebbene l’uno prenda ispirazione dall’altro non sempre l’uno diventa l’esposizione videoludica dell’altro.
Nel mondo del cinema e della TV, i polizieschi e i thriller investigativi sono letteralmente un’infinità a partire dai noir degli anni ‘30. Nel mondo dei videogiochi, invece, sono relativamente pochi e questo è solo in parte spiegabile dalla “novità” della piattaforma. Sebbene un’avventura grafica si presti bene ad essere il nuovo modo per raccontare storie da film, quando si passa ai GDR o altre declinazioni si trova sempre una contaminazione di generi. Judgment è godibile principalmente per le sequenze di combattimento, a discendenza diretta da Yakuza, più che per i pedinamenti.
Altri esempi
Le storie alla “Agatha Christie” hanno bisogno di qualcosa in più per attirare l’attenzione, ma se nel cinema e in TV le storie come i libri della famosa scrittrice hanno trovato spazio senza che nessuno iniziasse a “menare le mani”, nei videogiochi non proprio. Altri esempi recenti di questa categoria, oltre al già citato Judgment, sono “Detroit: Become Human” e “L.A. Noire”. Poi c’è “Heavy Rain”, che è una specie di eccezione perché si avvicina ad un’avventura che vada in maniera specifica a focalizzarsi sull’indagine.
Mentre in chi vi scrive la memoria (quando si ripensa a giochi così) va ad un gioco per telefoni di qualche anno fa, CSI Miami, che aveva gli stessi pregi e i difetti dell’omonima serie TV. Per non parlare delle “escape room” online che fanno un capitolo a sé stante.
Un pensiero su ciò che manca
In sostanza, investigare con pad o mouse e tastiera non gode dello stesso apprezzamento di film e libri sul tema, almeno per il momento. La contaminazione, la vicinanza più agli action-movie o alle ambientazioni sci-fi, è necessaria per far vendere un titolo che si ispiri a quel mondo. Eppure sarebbe interessante lavorare sugli aspetti e le sfaccettature di un’indagine reale. A differenza dei libri e dei film, dove tutto o quasi deve andare bene, le possibilità date dall’interazione del giocatore col videogioco permettono un realismo ancora maggiore di quanto può mai fare un giallo su carta o pellicola.
Un videogioco a scelte multiple, potrebbe permettere una maggiore “immersività”, la possibilità di essere attenti nelle fasi di raccolta delle prove, su quali indizi e piste seguire o anche banalmente su chi arrestare. Le cronache giudiziarie sono piene di innocenti che vanno in carcere per errore, quanto sarebbe interessante se un videogiocatore con le sue scelte, col suo “lavoro investigativo”, potesse stabilire chi secondo lui è il colpevole?
Cosa ne pensate di Judgment? E dei giochi investigativi? fatecelo sapere nei commenti!