Ben ritrovati cari FollowHz in un nuovo episodio delle “Storie del Corvo”!
Nella puntata precedente dedicata alla Hrafnkels saga sul mondo dei vichinghi, avevamo parlato di come Thorbjörn, dopo aver appreso della morte di suo figlio Einarr, si era presentato da Hrafkell per richiedere il tributo in wergild, il risarcimento dovuto a chiunque avesse subito una qualche forma di offesa (furto, ferita, assassinio di un membro della propria famiglia del proprio clan).
Non essendo soddisfatto dell’offerta di risarcimento presentata da Hrafkell, come controproposta chiese che il caso venisse presentato davanti a un giudice, personaggio che (secondo l’opinione di Thorbjörn) ne avrebbe valutato più dettagliatamente e imparzialmente i fatti.
Ritenendosi oltraggiato, dato che Thorbjörn, con questa richiesta affermava di essere socialmente suo pari, Hrafkell rifiutò sdegnosamente rompendo qualsiasi rapporto di cordialità o collaborazione con il suo interlocutore.
A seguito di ciò Thorbjörn, meditando la vendetta, decise di recarsi da suo fratello Bjarni per chiedergli aiuto nel suo progetto di intentare causa al signore di Aðalból.
Alle parole di Bjarni, il quale affermò che un processo contro Hranfkell sarebbe stato estremamente lungo e faticoso da vincere, Thorbjörn rispose con durezza e, accusandolo di codardia, lascia la sua casa per recarsi da un altro esperto di legge, Sámr, il quale (dopo una iniziale titubanza) accetta di occuparsi del caso.
VIAGGIO NEL MONDO DEI VICHINGHI: Verso Il Þing!
A questo punto Sámr montò a cavallo e attraversò l’intera valle fino a quando, fermatosi in un luogo prestabilito, proclamò che era stato commesso un omicidio, e in seguito si adoperò per radunare quanti più uomini possibili contro Hrafkell.
Quest’ultimo, nel momento stesso in cui lo venne a sapere, fu colto da ilarità considerando che si trattasse di una faccenda assolutamente ridicola; Sámr che apriva una causa contro di lui!
Davvero assurdo!
In ogni caso, passò il tempo e i rigidi giorni invernali lasciarono il passo a quelli della primavera e dell’estate, momento in cui Sámr decise di presentarsi ad Aðalból per convocare Hrafkell per rispondere dell’assassinio di Einarr.
Dopo di che percorse in lungo e in largo la valle invitando tutti gli uomini onesti dei dintorni all’adunanza presso il “Þing”, il gran consiglio dell’isola, di modo che vi si potesse discutere del caso.
Naturalmente il buon Hrafkell non rimase certo a guardare, anzi, il nostro seguitò a mandare messi in tutta Jökuldalr e diede ordine ai suoi uomini di presentarsi al consiglio del Þing, raccogliendo così dalla propria giurisdizione settanta uomini.
Forte di questo gruppo Hrafnkell cavalcò in direzione est oltre Fljótsdalshérað e Skriðudalr, poi verso sud fino a Öxarheiði sulla strada per Berufjörðr fino a giungere nel luogo della Grande Assemblea.
Da Fljótsdalr ci sono diciassette giorni di viaggio per raggiungere il suddetto luogo, Þingvellir.
A questo punto Sámr raccolse degli uomini e, c’è da dirlo, la gran parte di questo seguito era formato da vagabondi delle contrade circostanti, a cui Sámr fornì armi, vestiario e vettovaglie.
Decise poi di passare per un’altra via dirigendosi a nord verso il ponte e quindi attraverso di esso giungendo a Möðrudalsheiði, e da lì arrivando a Möðrudalr dove trascorse la notte.
Al mattino seguente Sámr e i suoi si spostarono cavalcando fino a Herðibreiðstunga, poi a Bláfjöll e da lì a Króksdalr e poi a sud scendendo a Sandafell e da lì a Þingvellir, dove Hrafnkell ancora non era arrivato per via della maggiore lunghezza della strada percorsa.
Dovendo così attendere, il buon Sámr fece allestire lì vicino l’accampamento per i suoi uomini, e nessuno volle ritrovarsi in alcun modo vicino al campo della gente di Austfirðir.
Poco dopo arrivò anche Hrafnkell, allestì il proprio campo e, dopo aver sentito che anche Sámr era presente al Þing, ne fu oltremodo divertito.
La grande assemblea del Þing era piena zeppa di gente, i più importanti signori del paese erano lì riuniti, e Sámr si impegnò a chiedere loro aiuto e sostegno nella contesa con Hrafnkell.
La risposta che ricevette fu sempre la stessa, ciascuno dei Signori non aveva assolutamente nulla da guadagnare nel prendere le parti di Sámr contro Hrafnkell e mettere così a rischio il proprio onore, dato che tutti quelli che avevano avuto dispute legali con il Signore di Aðalból ne erano usciti tutti rovinosamente sconfitti.
Così Sámr tornò al proprio accampamento amareggiato, e tanto grande era lo stato di sconforto in cui lui e Thorbjörn erano caduti che non trovarono alcun tipo di sollievo nel mangiare, nel bere o nel sonno ristoratore, perché nemmeno i capi su cui più avevano riposto le proprie speranze avevano acconsentito a fornire il proprio aiuto per la loro causa.
VIAGGIO NEL MONDO DEI VICHINGHI: La Partenza e un Nuovo Incontro
Una mattina accade che il vecchio Thorbjörn era svegliato piuttosto presto, e destò dal sonno Sámr dicendogli che non era più tempo di riposarsi.
Così i due decisero di lasciare Þingvellir e si diressero nei pressi del fiume Öxará, dove si lavarono.
A quel punto Thorbjörn disse a Sámr che era giunto il momento di preparare i cavalli in modo da poter tornare a casa, dato che non vi era alcuna utilità nel continuare con il vecchio proposito di continuare la contesa con Hrafnkell.
Nel sentire queste parole Sámr disse che, nonostante quanto accaduto fino ad allora, avrebbe comunque perseverato fin quando non fosse rimasto un barlume di speranza di vincere nella disputa; Thorbjörn venne preso da forte commozione per la risposta che gli diede Sámr quando, guardando con la coda dell’occhio al lato occidentale del fiume, videro cinque uomini uscire da un accampamento allestito poco distante.
Alla loro testa vi era un uomo dalla corporatura non eccessivamente robusta, con indosso una tunica color verde foglia, al fianco una spada finemente decorata, volto dall’espressione glacialmente priva di ogni emozione, incarnato rossastro di bella presenza, capelli d’un pallido castano ramato già in via di incanutimento.
Intuendo di chi si potesse trattare, Sámr esortò Thorbjörn ad andare insieme verso la riva occidentale del fiume, in modo da incontrarsi con quegli uomini.
E così i due scesero lungo il fiume, e il capo di quegli uomini fu il primo a porgere loro il saluto, domandando loro chi fossero.
Dopo essersi presentati, Sámr chiese a quell’uomo il suo nome, e questi rispose di chiamarsi Thorkell di esser figlio di Thjostar e che la propria dimora a Þorskafjörðr, presso le contrade occidentali di Vestfirðir.
Allora Sámr seguitò a chiedergli se fosse un sacerdote degli Dei, e alla risposta negativa gli chiese se fosse un agricoltore.
Rispondendo nuovamente di no, Sámr gli domandò che genere di occupazione fosse la sua, e questi rispose di essere un uomo privo di terra che era emigrato sette inverni prima e aveva viaggiato fino a Miklagarðr, dove si era messo al servizio del Gran Re dei Greci, e che in quel momento risiedeva a casa di suo fratello, Thorgeirr .
(continua…)
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