Salve cari FollowHz e benvenuti in questo nuovo appuntamento de “le Storie del Corvo”!
Nell’episodio precedente dedicato alla Hrafnkels saga sul mondo dei vichinghi, avevamo visto Thorbjörn e Sámr, dopo l’esito fallimentare della causa giudiziaria intentata contro Hrafnkell, lasciare Þingvellir, dirigersi verso il fiume Öxará per ritrovare un po’ di ristoro, e qui imbattersi in Thorkell Thjostarsson;
Questi era un uomo originario delle zone di Vestfirðir che aveva trascorso alcuni anni all’estero servendo presso il Gran Re dei Greci, l’imperatore di Miklagarðr, e che al momento, non essendo possessore di terre, risiedeva presso suo fratello Thorgeirr.
Dopo aver udito questi fatti, Sámr seguitò a chiedere sul conto di Thorgeirr, domandando innanzi tutto se suo fratello fosse un sacerdote degli Dei.
Thorkell rispose affermativamente dichiarando che la sua fama si estendeva da Þorskafjörðr fino ad altre contrade di Vestfirðir, e che sedeva al Þing a fianco agli illustri signori del paese.
Sámr allora chiese quanti uomini fossero a servizio presso Thorgeirr e se nella loro famiglia vi fosse qualche altro fratello.
Thorkell rispose che vi erano settanta a servire Thorgeirr, e vi era un altro fratello di nome Thormoðr dalla superba statura, che risiedeva a Garðar presso Álptanes e che aveva in moglie Thórdís, la figlia di Thórólfr Skalla-grimsson di Borg.
Dopo aver udito questi fatti, Sámr disse a Thorkell del contenzioso che lui e Thorbjörn avevano con Hrafnkell e gli chiese se avesse potuto fornire il proprio sostegno in tal senso.
Inizialmente Thorkell diede un risposta in maniera un po’ indiretta ribadendo di non essere un religioso, e Sámr chiese con una certa irritazione perché lesinasse tanto il proprio aiuto, dato che al pari dei fratelli discendeva da una stirpe di signori.
Allora Thorkell replicò che il suo diritto di capo e uomo di religione lo aveva dato a Thorgeirr prima di partire, e che non intendeva richiederlo indietro visto che, a quanto ha potuto costatare, Thorgeirr lo esercitava in maniera impeccabile; e a lui, uomo dotato di nobili qualità e giusta ambizione, che era meglio rivolgersi per richiedere assistenza.
Sámr replicò che non avrebbero ottenuto nulla da Thorgeirr, a meno che Thorkell non avesse anche lui deciso di dare il proprio appoggio alla loro causa.
Dopo aver promesso che li avrebbe supportati in questa azione legale, Thorkell lì esortò ad andare nell’accampamento dove suo fratello e il suo seguito dormivano.
Lo avrebbero trovato disteso a terra, su un punto un po’ più rialzato rispetto agli altri, a riposare avvolto da pelli, e a fianco vi avrebbero trovato un secondo giaciglio dello stesso tipo di coperte dal quale Thorkell si era alzato.
Dato che era stato afflitto da terribili infezioni di pus al piede fin dal momento in cui era giunto presso il “Þing” , e di conseguenza aveva trascorso una nottata priva di sonno.
Ma giusto la notte prima che i tre si incontrassero il pus era scoppiato e da allora Thorgeirr era sprofondato nel mondo dei sogni, e non senza allungare il piede fuori dalla coperta in modo da evitare il surriscaldarsi della zona infetta.
Thorkell disse a Sámr di lasciar andare prima Thorbjörn avanti e poi di dirigersi verso il punto dove Thorgeirr riposava.
A quel punto Sámr avrebbe dovuto fare in modo di inciampare a poca distanza dal piede martoriato dal pus, afferrarlo nel punto dove vi era la piaga, tirare e osservare come sarebbe piaciuto a Thorgeirr.
Pur essendo un po’ perplesso per il singolare consiglio di Thorkell, Sámr decise di seguirlo comunque.
HRAFNKELS SAGA, VIAGGIO NEL MONDO DEI VICHINGHI:L’Ingresso nell’Accampamento
Così Sámr e Thorbjörn si diressero verso l’accampamento dei due fratelli dove tutti gli uomini erano addormentati.
Dopo poco scorsero il punto dove giaceva Thorgeirr.
A muoversi per primo fu il Thorbjörn il quale, come suggerito da Thorkell, andò avanti incespicando.
Dopo essersi avvicinato ancora di più Thorbjörn inciampò andando così ad aggrapparsi a un dito del piede di Thorgeirr tirandolo forte.
Come conseguenza, il buon Thorgeirr si svegliò di soprassalto e, dopo essere balzato in piedi dal proprio giaciglio di pelli, domandò chi fosse per andare ad aggrapparsi sui piedi doloranti della gente mentre dorme.
In quel momento Sámr e Thorbjörn non avevano nessuna parola a propria discolpa.
Ma proprio allora Thorkell entrò nell’accampamento e rivolgendosi a suo fratello lo esortò a non adirarsi con il vecchio, dato che spesso può capitare che gli uomini compiano azioni ben peggiori e di non essere completamente concentrati, quando le loro menti sono oberate da grossi problemi.
Un dolore al piede sarà stato molto forte, ma non meno di quanto possa essere la sofferenza che un vecchio prova per la perdita di un figlio, per il quale non può ottenere alcun tipo di risarcimento, essendo peraltro un uomo oppresso da ogni genere di bisogno.
Non c’è da meravigliarsi se quel vecchio non riusciva a prestare troppa attenzione a ogni cosa che lo circonda, visto che un tale dolore tormenta costantemente i suoi pensieri.
Thorgeirr allora disse di non sapere di dover essere ritenuto responsabile di questa morte, dato che non era lui l’uccisore del figlio di Thorbjörn.
Thorkell rispose che il vecchio non aveva intenzione di cercare vendetta su di lui, al contrario, si era presentato al suo campo più svelto che ha potuto nella speranza di trovare appoggio in questa e, data la debolezza di vista dovuta, gli capitò di inciampare dove non avrebbe dovuto.
Sarebbe stata una nobile e misericordiosa azione aiutare un povero anziano nel richiedere giustizia per il figlio morto, dato che nessun altro capoclan aveva mostrato il minimo interesse ad appoggiare questa causa.
Alla domanda di Thorgeirr contro chi quegli uomini avessero un contenzioso
Il fratello rispose che si trattava di Hranfkell, il goði devoto a Freyr.
Thorgeirr dichiarò che, a una tale richiesta avrebbe dato la stessa risposta data ad altri, non da ricambiare nulla a quegli uomini e non trovando alcuna necessità a iniziare lotte legali con Hrafnkell.
Questo perché ogni estate il signore di Aðalból affrontava tutti coloro che avevano dei contenziosi legali con lui e nessuno di questi, pareva, ne usciva in modo onorevole.
Tale era la ragione, proseguì, Thorkell, che aveva spinto i capiclan a non dare il proprio appoggio in questo caso contro il goði Hrafkell.
(Continua…)
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