Salve e nuovamente benvenuti o FollowHz in una nuova puntata de’ “Le Storie del Corvo”.
E’ trascorso più di un anno dalla pubblicazione di Age of Empires 2: Definitive Edition, versione rimasterizzata del secondo episodio della serie Age of Empires, storico titolo tripla A strategico edito da Microsoft e Konami nel lontano 1999, per la gioia dei fan che, a distanza di vent’anni, hanno potuto riaccostarsi a questa opera ritrovandone le splendide, appassionanti ambientazioni con in più vari elementi di novità a proiettarla in una veste adattata al nuovo millennio.
Una grafica completamente rinnovata in 4k, un audio al passo coi tempi, meccaniche di gioco rese più rapide e meno legnose rispetto al titolo originale, oltre ad aver aumentato la il numero di civiltà disponibili da poter scegliere tramite la campagna The Last Khans comprendente le quattro civiltà medievali dei Cumani, Bulgari, Tartari e Lituani.
Tra le fila di quest’ultima popolazione compare poi un personaggio, Vytautas, uno dei diversi eroi della cavalleria a disposizione, il quale è esplicitamente ispirato a un personaggio che, tra la fine del XIV e l’inizio de XV secolo governò uno stato, il Granducato di Lituania, il quale ebbe un ruolo di grande potenza nelle regioni alla frontiera orientale d’Europa.
le storie del corvo su age of empires 2: l’inizio del racconto
Dunque, il racconto di oggi comincerà a parlare di questo personaggio, Vytautas (, noto anche come Vitoldo) passato alla storia come “Vytautas il Grande”, e di suo zio, Algirdas, due personaggi che hanno segnato profondamente la storia della Lituania nei secoli a venire, oltre a quello dei paesi vicini come Polonia, il Granducato di Mosca (nucleo di quello che sarebbe divenuto l’impero russo) vicini paesi baltici e anche i regni scandinavi di Danimarca e Svezia.
Come spesso accade, prima d’iniziare a parlare di queste due grandi figure di principi, è tuttavia necessario fare qualche passo indietro, fino agli inizi dell’anno 1000.
A quel tempo il territorio a est della costa sudorientale del Mar Baltico era abitato da vari popoli noti sotto i nomi di Prussi, Jatvingi, Scalviani, Latgolici, Galindi, Semigalli e, appunto, Lituani.
Per secoli questi popoli avevano intrattenuto rapporti commerciali e si erano scontrati in guerra con i vicini popoli scandinavi, a partire dagli inizi dell’XI secolo qualcosa stava per cambiare inesorabilmente, e tale cambiamento iniziò con l’arrivo delle prime, pacifiche missioni di evangelizzazione come quella del monaco Bruno di Querfurt, che battezzò alcuni nobili degli Jatvingi, o dei più frequenti contatti con i regni slavi come la Rus di Kiev, stato che aveva recentemente adottato il cristianesimo ortodosso.
A questa lieve avanzata delle missioni pacifiche fece seguito, nei due secoli successivi, l’arrivo dalla Germania di ordini monastico-guerrieri il più importante dei quali, l’Ordine teutonico, aveva abbandonato le proprie sedi in Terra Santa alla fine del 1100, penetrando così nelle regioni dell’Europa orientale e baltica su richiesta del re d’Ungheria Andrea II e di Corrado I duca di Mosovia per combattere Cumani (una popolazione di origine turca) e i Prussi.
All’inizio del 1200, parallelamente all’affermazione di questi ordini monastici militari (e anzi, propri in funzione di contenimento del loro crescente potere) le varie popolazioni note sotto il nome di Samogizi, Semigalli, Livoniani e Curoniani, tutte governate da figure di aristocratici detti duchi, crearono alleanze per frenarne l’avanzata.
Tali alleanze diedero modo di riportare una delle prime vittorie sull’Ordine livoniano come quella, ottenuta dal duca Vykintas dei Samogiti , della battaglia di Šiauliai del 1236, evento che segnò una disfatta tanto grande dell’Ordine da dover confluire (pur mantenendo una certa autonomia) in quello teutonico l’anno successivo.
Nel corso degli anni seguenti un altro principe, Mindaugas, fu impegnato in una serie di conflitti con i propri vicini a seguito dei quali impose sempre più il proprio potere.
Il travagliato traguardo verso il trono di re di Lituania si conclude il 6 di luglio del 1253, ricevendo la corona dal papa, essendo divenuto cattolico dopo una iniziale adesione alla chiesa ortodossa.
Trascorsero altri anni di pace precaria fino a quando, dopo alcuni negoziati con l’Ordine livoniano, non fu nuovamente coinvolto in ulteriori scontri con i mongoli dell’Orda d’Oro e con il rivale principe Vynkitas.
In seguito Mindaugas ebbe un contenzioso con il principe Daumantas questi, in collaborazione con il nipote del re Treniota, lo uccise nel 1263.
Dopo la sua morte il processo di cristianizzazione del paese si arrestò mantenendo la Lituania nel paganesimo divenendo così l’ultima potenza precristiana del continente.
Vari furono i governanti che si alternarono alla guida del paese dalla fine del XIII secolo fino al 1345, anno in cui alla guida dell’intero Gran Ducato di Lituania subentrò Algirdas, figlio del Granduca Gediminas.
Essendo uno dei sette figli di Gediminas, quando questi morì nel 1341 Algirdas si trovò a dover spartire il potere con i fratelli Jaunutis, più giovane (cui toccò la signoria sulla città Vilnius), e Kęstutis, duca di Trakai.
Come spesso accade in casi come questi, anche qui scoppiò la rivalità tra fratelli e Algirdas, alleatosi con Kęstutis, liquidò l’inetto Jaunutis dichiarandosi Granduca.
Nei successivi 32 anni di regno Algirdas si impegnò con tutte le forze per espandere e rafforzare il più possibile il Gran Ducato, riuscendo nell’obbiettivo di rendere la Lituania uno dei più estesi e potenti stati d’Europa.
Si presume che due furono i fattori che portarono a ottenere questo risultato, da un lato grande abilità di Algirdas e dall’altro l’appoggio di suo fratello Kęstutis. I cavalieri teutonici a nord e le orde tartare a sud tentarono ugualmente di conquistare la Lituania, mentre i vicini orientali e occidentali di Algirdas, la Moscovia e la Polonia, più spesso costituivano concorrenti ostili che validi alleati.
Tuttavia, Algirdas non solo riuscì a mantenere la proprie posizione, ma acquisì influenza e territori a spese sia della Moscovia che dei Tartari, arrivando a estendere i confini della Lituania fino alle rive del Mar Nero.
Egli ottenne l’elezione del proprio figlio Andrea alla carica di principe di Pskov, e una potente minoranza dei cittadini della repubblica di Novgorod fece pendere la bilancia a suo favore contro l’influenza moscovita, ma tale sua ascesa in entrambi questi centri commerciali rimase comunque in uno stato di forte precarietà. D’altra parte acquisì in modo permanente gli importanti principati di Smolensk e Bryansk nella Russia centrale.
I rapporti che ebbe modo di intrattenere con i granduchi di Moscovia furono nel complesso piuttosto cordiali, e due volte sposò principesse russe ortodosse; ma questo non gli impedì di assediare Mosca nel 1368 e di nuovo nel 1372, in entrambe le occasioni senza molto successo.
L’impresa più memorabile di Algirdas fu la sua grande vittoria sui Tartari nella battaglia delle Acque Blu presso il fiume Sinjukah, affluente, del Bug Orientale nel 1362, evento nel quale la grande orda dei Kipchak venne annientata costringendo così il Khan a migrare ancora più a sud e stabilirsi in Crimea.
(continua…)
(Immagini tratte da:
Fonti scritte tratte da: Medieval Kingdoms 1212 AD Official Channel, Pixbay
- truelithuania.com/topics/history-and-politics-of-lithuania/history-of-lithuania
- theodora.com/encyclopedia/o/olgierd.html
- TheViper