Il First Playable Fund è un fondo, all’interno del DL Rilancio, che permette alle start-up innovative impegnate nello sviluppo di videogiochi, di ricevere un aiuto economico abbastanza consistente.
Dopo varie modifiche e un periodo nel quale ne era stato proposto il cancellamento, il First Playable Fund è approdato in Gazzetta Ufficiale tramite decreto attuativo.
First Playable Fund: il suo percorso
Quando il First Playable Fund fu proposto all’interno del DL Rilancio, consisteva in un fondo di 4 Milioni di euro proposto dal Ministero dello Sviluppo Economico per assicurare alle start-up videoludiche un consistente, seppur piccolo, aiuto per produrre e pubblicare in futuro videogiochi competitivi a livello italiano e Internazionale.
Nonostante questo fondo fosse stato accolto molto bene, all’inizio dell’estate l’On. Madia, insieme ad altri esponenti del PD, firmò un emendamento che lo cancellava ridistribuendo i 4 Milioni in alcuni altri fondi.
Come prevedibile l’opinione pubblica si divise: chi pensava a una mossa giusta data l’emergenza Covid, in modo da destinare i fondi a Sanità e chi pensava, invece, che quei 4 Milioni (briciole) non avrebbero pesato tanto sul bilancio sanitario ma, per le piccole Software House, erano fondi necessari per sopravvivere.
Questa situazione rimase tale fino a fine giugno quando, la Commissione di Bilancio della Camera dei deputati, ha esaminato e approvato una riformulazione dell’emendamento 38.32 a prima firma Madia, in cui veniva di fatto salvaguardato il First Playable Fund.
In attesa del Decreto Attuativo, IIDEA insieme alle istituzioni iniziò a sostenere la produzione di prototipi e aiutare gli sviluppatori italiani in una fase critica del loro lavoro.
Dopo questo periodo per mesi è stato lasciato in disparte, fino agli inizi di febbraio quando tramite Decreto Attuativo, il First Playable Fund, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
First Playable Fund: di cosa si tratta?
Il First Playable Fund, contenuto nel DL Rilancio, è un fondo che permette alle Start-Up innovative nel campo dell’intrattenimento digitale, iscritte all’apposita sezione in Camera di Commercio, di richiedere un contributo, che deve ammontare al 50% delle spese, fino a 200.000€ a fondo perduto, per la produzione di un singolo prototipo. Ogni azienda può richiedere il fondo per massimo due progetti.
Di seguito un estratto dell’articolo della Gazzetta Ufficiale:
“12. Al fine di sostenere lo sviluppo dell’industria dell’intrattenimento digitale a livello nazionale, è istituito presso il Ministero dello sviluppo economico il fondo per l’intrattenimento digitale denominato «First Playable Fund», con dotazione iniziale di 4 milioni di euro per l’anno 2020.
- Il Fondo di cui al comma 12 è finalizzato a sostenere le fasi di concezione e preproduzione dei videogiochi, necessarie alla realizzazione di prototipi, tramite l’erogazione di contributi a fondo perduto, riconosciuti nella misura del 50 per cento delle spese ammissibili, e per un importo da 10.000 euro a 200.000 euro per singolo prototipo.
- I contributi erogati a valere sul Fondo di cui al comma 12 vengono assegnati dietro presentazione di una domanda da parte delle imprese che abbiano i requisiti di ammissione di cui al successivo comma 16.
I contributi potranno essere utilizzati esclusivamente al fine della realizzazione di prototipi.
A tal fine si considerano come spese ammissibili: - a) prestazioni lavorative svolte dal personale dell’impresa nelle attività di realizzazione di prototipi;
- b) prestazioni professionali commissionate a liberi professionisti o ad altre imprese finalizzate alla realizzazione di prototipi;
- c) attrezzature tecniche (hardware) acquistate per la realizzazione dei prototipi;
- d) licenze di software acquistate per la realizzazione dei prototipi.
- In tutti i casi, il videogioco deve essere destinato alla distribuzione commerciale.
- Sono ammesse ai contributi di cui al comma 13, le imprese che:
- a) abbiano sede legale nello Spazio Economico Europeo;
- b) siano soggette a tassazione in Italia per effetto della loro residenza fiscale, ovvero per la presenza di una sede operativa in Italia, cui sia riconducibile il prototipo di cui al comma 13;
- c) abbiano capitale sociale minimo interamente versato e un patrimonio netto non inferiori a diecimila euro, sia nel caso di imprese costituite sotto forma di società di capitali, sia nel caso di imprese individuali di produzione ovvero costituite sotto forma di società di persone;
- d) siano in possesso di classificazione ATECO 58.2 o 62.
- L’impresa beneficiaria è tenuta a realizzare il prototipo di videogioco entro il termine di 18 mesi dal conoscimento dell’ammissibilità della domanda di cui al comma 14 da parte del Ministero dello sviluppo economico.”
IIDEA ha diffuso un comunicato con la notizia di recente, e ora l’associazione si è messa a disposizione per collaborare con il Ministero dello Sviluppo Economico e operare come raccordo tra le istituzioni e gli sviluppatori nostrani.
Il Direttore Generale di IIDEA, Thalita Malagò ha commentato:
“Il decreto ha introdotto dei criteri valutativi che serviranno a garantire che i progetti presentati al MISE siano sostenibili e commercialmente validi. Tuttavia, l’approccio molto aperto del Ministero e l’impianto a sportello della misura ci fanno ritenere che il First Playable Fund possa esaurirsi piuttosto velocemente. Vorremmo quindi rivolgere un appello, fin da ora, alla politica e, in particolare, a chi si occuperà dello Sviluppo Economico nei prossimi mesi. Chiediamo di poter pensare presto ad un rifinanziamento e potenziamento del First Playable Fund. Questo primo – importantissimo – passo, rischia infatti di esaurire molto velocemente la sua spinta propulsiva. Il nostro modello deve essere la Germania e ciò che ha messo in campo negli ultimi due anni: partendo da uno strumento del tutto simile al nostro, i tedeschi hanno costruito una misura di sostegno in grado di finanziare ogni stadio di produzione, dal prototipo al prodotto finito, con un budget annuale di 50 milioni di euro per i prossimi cinque anni”.
First Playable Fund: il futuro?
Personalmente spero che questo non sia un punto di arrivo, ma un punto di partenza per le Software House Italiane che vogliono rivaleggiare a livello Europeo ed internazionale.
Questa opportunità è solo una delle molte che ultimamente stanno costellando il mercato videoludico, se volete saperne di più, la settimana scorsa abbiamo parlato di Cinecittà.
Cosa ne pensate?
Avete un’idea per un gioco da lanciare?