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Mentre gli appassionati si crogiolano con la Stagione Finale di Attack on Titan, i fan dei videgiochi si devono accontentare di Tribute Game…
Il brand di Attack on Titan ha una nomea nel mondo di Anime e Manga inimmaginabile, con cerchie di estimatori della storia di Isayama pronti ad acquistare qualunque produzione sia ispirata al mondo di Giganti mangiauomini. Allo stato attuale il mondo videoludico ha offerto degli assaggi di opere con licenza ufficiale, tutte snobbate per valide motivazioni.
L’unico esempio degno del franchise, tornato in voga proprio con l’arrivo del nuovo insieme di episodi di Attack on Titan, è un tribute game orientale, che strizza l’occhio ai flash game per creare una piccola soddisfazione per la citata fanbase. Ma davvero noi amanti di questo universo così sfaccettato meritiamo unicamente prodotti creati da sviluppatori amatoriali?
Prima però di poter effettivamente parlare del suo approfondimento videoludico, è bene andare a comprendere perché Attack on Titan sia divenuto un fenomeno così massivo, e le ragioni che ci spingono a desiderare una nuova spettacolare esperienza interattiva che incarni completamente l’anima di questo capolavoro.
Attack on Titan parla di sterminio o di umanità?
Il plot dal quale Attack on Titan ha creato il suo impero rivoluziona il genere shonen, teen action con accenni di drama, fin dalle prime battute. Non osserviamo il solito mondo perfetto minacciato da antichi nemici e l’unico elemento che condivide con i caposaldi del genere è la presenza di un protagonista che fonda la sua identità sul potere che possiede. L’unico problema è che ogni personaggio del cast creato da Isayama è profondamente incamerato in un’ideologia, spesso avversa ai comprimari o perfettamente in linea con le loro aspettative, in un connubio raramente identificabile in ambito etico.
Il successo della serie si basa sul concetto di inaspettato e di limite da superare, con ogni singola scena costruita in modo da placare intenzioni esagerate o estremizzarne i contenuti. Perfino i Giganti, quelle creature indefinite che fin dall’inizio perseguitano la narrativa, non sono chi avremmo preventivato.
Il tutto si fonda su una struttura incredibilmente hollywoodiana, che quasi si presenta in forma asincrona rispetto alle altre creazioni dell’animazione giapponese. Un lavoro lungo ed estenuante che, a dispetto di ciò che molti affermano, non si fonda solo sulla propria narrativa ma anche e sopratutto sulla crudezza delle scene presentate.
Attack on Titan – Tribute Games e Koei Tecmo
L’espansione di Attack on Titan nel mondo dei videgiochi non risulta un’ipotesi scontata, data la mancanza di successi commerciali che abbiano permesso la definizione di un vero e proprio universo videoludico di quest’anime di successo. Gli unici esempi pervenuti spaziano dall’originalità al mediocre risultato.
Koei Tecmo si è buttata in questa impresa con la creazione di due capitoli affini l’uno all’altro: Attack on Titan Wings of Freedom e Attack on Titan 2 Final Battle. Entrambi tanto divertenti quanto poveri dell’essenza che la serie d’animazione garantisce durante la sua visione. Infatti ad un gameplay e combat system entusiasmante ma ripetitivo si affianca un comparto tecnico assolutamente lacunoso, ricco di problemi e terribili bug.
Contemporaneamente dall’oriente proviene un videogioco tributo dall’anime amatoriale. Fondanto sullo stile chibi, ovvero una sproporzionalità di corpi ed animazioni che rende graziose le figure del terribile mondo considerato. Un lavoro sicuramente curato e dalle ampie possibilità ma che nell’effettivo risulta grezzo e ormai sfruttato da numerosi siti flash che senza richieste o permessi se ne sono appropriati.
Attack on Titan – Speranze e Desideri
Arrivati a questo punto una domanda sorge spontanea: qual’è il modo migliore per rappresentare i messaggi che Attack on Titan ha garantito nel suo lungo percorso emozionale? Le idee che mi sono venute in mente sono molteplici e tutte legate da un unico filo conduttore. Gli elementi da trasporre con maggior attenzione riguardano lo straziante realismo e l’appassionante spettacolarità, chiavi di lettura che potrebbero richiedere ingenti fondi ma che allo stesso tempo eleverebbero il genere di prodotti basati sugli anime ad un livello superiore.
Un’ipotesi potrebbe vedere il mondo adattato in una forma simile ai capolavori di Telltale Games, con dunque esperienze a binari basate su IP di grande successo. Un lavoro prettamente grafico ma che non disdegnerebbe una narrativa epocale, anche se priverebbe i fan dell’appagamento nell’eliminazione dei nemici.
Anche un’MMO crudo e complesso potrebbe fare da collante per tenere insieme il mondo considerato, in una formula survival già sperimentata da altri grandi capostipiti quali Rust o il più recente Valheim. La creazione ed interpretazione di un proprio personaggio, con quest prefissate e un open world al cardiopalma potrebbe dare tante emozioni.
In alternativa sarebbe davvero interessante riproporre il genere action in una formula diversa dal solito, abbandonando dunque le creature da eliminare in massa quali i giganti rappresentano per soffermarsi piuttosto sulla brutalità della vita cittadina, minata da continui omicidi o combattimenti a mezz’aria. Tutto purché si svolga un lavoro rifinito e degno del nome che porta.
Allora quali sarebbero le vostre aspettative? Fatecelo sapere in uno spazio riservato ai commenti!