Salve o preziosissimi FollowHz!
Nella scorsa puntata, partendo dalle fonti che hanno ispirato lo splendido indie action adventure Raji, An Ancient Epic, avevamo discusso di uno degli innumerevoli racconti sulla nascita del cosmo secondo i miti della religione indiana, in specifico della formazione del mondo secondo alcuni degli inni della raccolta Rigveda.
Oggi faranno la loro apparizione qui alcune delle vicende dedicate a Indra, bellicoso Deva (“Dio”) del tuono e del cielo, e a Visnu, benevolo Signore-protettore del mondo all’interno della “sacra trimurti” o triplice forma del Supremo essere divino.
Come in tantissimi altri racconti, anche in raji, il tema è quello degli inizi.
Si narra che in tempi remoti un essere mostruoso, dalle fattezze di serpente o drago, tenesse il mondo avvolto in un perpetuo limbo di tenebra, non permettendo agli elementi di potersi armoniosamente dispiegare.
Chiusa entro la ferrea morsa delle spire di Vritra (questo il nome della feroce creatura) ogni cosa rimaneva come imprigionata tra le pareti di una tetra montagna, e le acque, sorgenti originarie di qualsiasi fonte di vita cosciente e non, si trovavano impossibilitate a scorrere.
Tale stato di cupa inerzia durò fin al momento in cui Indra, generato dalla grande madre Aditi, figlia di Daksha e Asikni e signora dell’infinito, decise di affrontarlo.Grazie all’Vajra, arma dotata della potenza del fulmine e della durezza del diamante, dono prodigioso del divino artigiano Tvastar, e al Soma, portentosa bevanda che dona immortalità, l’impavido Signore Indra attacca il feroce Vritra riducendolo in pezzi; così il mondo, non più schiacciato dalle spire di quel mostruoso serpente, ebbe possibilità di espandersi liberamente in tutto il suo splendore, come un fiore che sboccia in primavera: magnifico il sole cominciò a donare luce, la terra si distese in ogni direzione, e le acque non più ostacolate poterono scorrere infondendo vita creando i fiumi e gli oceani.
Ecco come Indra in coppia con Soma (il quale oltre che come bevanda è descritta come figura di Dio vero e proprio) viene celebrato nell’inno 76 del sesto libro del Rigveda:
“Grande è questa vostra potenza, o Indra e Soma!
Voi foste coloro che compirono quelle prime e magnifiche imprese.
Voi foste quelli che domarono il Sole e il Cielo.
Voi foste a cacciar via l’oscurità e tutto l’osceno.
Voi Indra e Soma, permettete all’alba di rifulgere di luce,
e al Sole di sorgere alto in tutto il suo splendore.
Voi avete puntellato il Cielo con un pilastro di sostegno,
e disteso verso ogni direzione la Madre Terra.
Voi foste, o Indra e Soma, ad annientare il serpente Vritra che
Tentava di ostruire le acque.
A voi i cieli donarono il loro carico.
I letti dei perforaste come con colpi di lancia, e molti furono i mari che colmaste d’acqua.
Entro la mammella della vacca non pronta, o Indra e Soma, foste voi a mettere il latte.
Voi teneste la corrente color crema priva di ostacoli dentro le multicolori creature che si muovono.
Grandi sono le ricchezze che voi concedete, o Forti,
che liberano dalla paura e passano ai figli dei figli.
Con potenza virile voi investite figli degli uomini
Così che possano essere vittoriosi in battaglia.”
In altri testi meno antichi detti Purāṇa (“le antiche storie”) si narrano le vicende di molti Deva e dei cicli del tempo, oltre alle varie suddivisioni del cosmo.
In quello detto Viṣṇu Purāṇa è il Signore Vishnu l’eroe di tutte le imprese vestendo i tre ruoli di creatore, difensore e distruttore del mondo.
Diviso in sei libri detti aṃśa (“parti”) ognuno diviso in un numero variabile di capitoli, il testo illustra un lunga serie di temi che vanno dalla formazione alla struttura del cosmo alla concezione ciclica del tempo (dei lunghissimi periodi in cui l’universo si genera, cresce, decade, muore e rinasce infinite volte, ere la cui durata fa sembrare i secoli di vita della civilizzazione umana poco più che battiti d’ali di farfalla), i mondi ultraterreni, la nascita delle classi o caste sociali, le genealogie di varie classi di Dei e di diverse dinastie di re, le battaglie vittoriose di questi contro i demoni e la natura dell’età oscura in cui gli uomini si trovano a vivere.
Ecco cosa si racconta riguardo gli inizi nel quinto capitolo del primo aṃśa : “la fine del Kalpa (ciclo cosmico di 4 miliardi e 320 milioni di anni, nda) precedente, quando Brahma si risvegliò dal suo lungo sonno, vide tutti i mondi privi d’ogni cosa. Con il desiderio di salvare la terra dalla profondità di un’insondabile alluvione, prese le sembianze di Varaha. Entrando in acqua, raggiunse Patala loka, regno degli inferi. Vedendolo, la terra lo pregò con rispetto. Udendo le sue preghiere, il Signore ruggì emettendo un suono terrificante. In seguito, sostenne la terra con i suoi grandi denti incisivi ed è venne fuori dalle profondità abissali. Quando si alzava, il suo respiro produceva grandi spruzzi d’acqua, che inzuppavano i saggi senza peccato e al contempo la forza del suo respiro spaventava le creature comuni. Quando il Signore emerse dall’acqua, per lui tutti i saggi intonarono preghiere colme di riverenza e rispetto.
Ben presto, il Signore mise la terra in una posizione molto al di sopra delle infinite distese d’acqua. Di seguito, il Signore scolpì le caratteristiche topografiche sulla terra e la divise in molte parti dando così forma a tutti i quattro mondi. In tal modo il Signore Vishnu nelle vesti di Brahma ha eseguito il processo di creazione.”
Nei capitoli quinto, sesto e nono del secondo aṃśa poi viene descritto l’insieme dei mondo sotterranei detti Pātāla, degli inferni denominati Nāraka e il sistema planetario:
V.
“ Si dice che la sua (della terra) profondità sotto la superficie sia settantamila Yojanas, ciascuna delle sette regioni di Pátála che si estende verso il basso diecimila. Tali sette regioni sono chiamate Atala, Vitala, Nitala, Gabhastimat, Mahátala, Sutala e Pátála 1. Il loro suolo è, rispettivamente, bianco, nero, viola, giallo, sabbioso, pietroso e d’oro. Sono abbelliti da magnifici palazzi, in cui dimorano numerosi Dánava, Daitya, Yaksha e grandi divinità-serpente. Il Muni Nárada, dopo il suo ritorno da quelle regioni ai cieli, dichiarò tra i celesti che Pátála era molto più deliziosa del paradiso di Indra.
[…]
Cosa può essere paragonato a Pátála, dove i Nágas sono decorati con gioielli splendidi, belli e deliziosi alla vista? chi non si diletterà a Pátála, dove vagano le adorabili figlie dei Daitya e di Dánavas, affascinando anche i più austeri saggi; dove i raggi del sole diffondono la luce, e non il calore, di giorno; e dove la luna splende di notte per l’illuminazione, non per il freddo; dove i figli di Danu, felici nel godimento di deliziosi piatti e vini forti, non sanno come passa il tempo? Ci sono splendidi boschi, ruscelli e laghi dove soffia il loto; e i cieli risuonano del canto di Koïl. Splendidi ornamenti, profumi fragranti, ricchi unguenti, le note dolcemente fuse tra loro del liuto, della pipa e del tabore; questi e molti altri piaceri sono la parte comune dei Dánava, dei Daitya e degli dei serpenti, che dimorano nelle regioni di Pátála. ”
VI.
“Ora darò […] un resoconto degli inferni che sono situati sotto la terra e sotto le acque 1, e in cui i peccatori sono finalmente inviati.
I nomi dei diversi Narakas sono i seguenti: Raurava, Śúkara, Rodha, Tála, Viśasana, Mahájwála, Taptakumbha, Lavańa, Vimohana, Rudhirándha, Vaitaraní, Krimíśa, Krimibhojana, Asipatravana, Krishńa, Lálúhańaks, Pjúhańaks Adhośiras, Sandansa, Kálasútra, Tamas, Avíchi, Śwabhojana, Apratishtha e un altro Avíchi 2. Questi e molti altri terribili inferni sono le terribili province del regno di Yama, terribili con strumenti di tortura e con il fuoco; in cui sono scagliati tutti coloro che sono dediti quando sono vivi a pratiche peccaminose 3.
L’uomo che rende falsa testimonianza per parzialità, o che pronuncia qualsiasi falsità, è condannato all’inferno Raurava (spaventoso). Chi provoca l’aborto, saccheggia una città, uccide una mucca o strangola un uomo, va all’inferno di Rodha o quello dell’ostruzione). L’assassino di un Brahman, il ladro d’oro o il bevitore di vino va all’inferno di Súkara (i maiali); come fa chiunque si associ a loro.
L’assassino di un uomo della seconda o terza casta, e uno che è colpevole di adulterio con la moglie del suo maestro spirituale, è condannato all’inferno di Tála (lucchetto): e uno che intrattiene rapporti incestuosi con una sorella, o uccide un ambasciatore, a Taptakumbha (o l’inferno dei caldrons riscaldati).
Il venditore di sua moglie, un carceriere, un commerciante di cavalli e uno che abbandona i suoi seguaci, cade nell’inferno Taptaloha (ferro rovente). Chi commette incesto con una nuora o una figlia viene gettato nell’inferno Mahájwála (o quello delle grandi fiamme): e colui che manca di rispetto alla sua guida spirituale, che abusa dei suoi superiori, che insulta i Veda, o chi li vende, chi frequenta donne in misura proibita, nell’inferno di Lavańa (sale). Un ladro e un detentore delle osservanze prescritte finisce nel Vimohana (il luogo dello sbalordimento).”
IX.
“La forma del potente Hari che è presente in cielo, costituita dalle costellazioni, è quella di una focena, con Dhruva situata nella coda. Quando Dhruva gira, fa girare anche la luna, il sole e le stelle; e gli asterismi lunari seguono nel suo percorso circolare; poiché tutti i luminari celesti sono infatti legati alla stella polare da corde aeree. La figura simile a una focena della sfera celeste è sostenuta da Náráyańa, che egli stesso, nella radiosità planetaria, è seduto nel suo cuore; mentre il figlio di Uttanápáda, Dhruva, in conseguenza della propria adorazione del signore del mondo, brilla nella coda della focena stellare.
Il sostenitore della sfera a forma di focena è il sovrano di tutti, Janárddana. Questa sfera è il sostenitore di Dhruva; e da Dhruva il sole è alzato. Dal sole dipende questo mondo, con i suoi dei, demoni e uomini. In che modo il mondo dipende dal sole, sii attento e ascolterai.
Durante otto mesi l’anno il sole attrae le acque, che sono l’essenza di tutti i fluidi, e poi le riversa sulla terra (nel corso degli altri quattro mesi) come pioggia: dalla pioggia cresce il grano; e dal grano sussiste il mondo intero. Il sole con i suoi raggi cocenti assorbe l’umidità della terra e con essi nutre la luna. La luna comunica, attraverso tubi d’aria, le sue rugiada alle nuvole, le quali, essendo composte di fumo, fuoco e vento (o vapore), possono trattenere le acque di cui sono cariche: sono quindi chiamate Abhras, perché il loro contenuto non viene disperso.
Quando tuttavia esse vengono ridotte in frammenti dal vento, allora scorte d’acqueo liquido discendono giù, insipide, e liberano ogni impurità dal processo addolcente del tempo. Il sole, Maitreya, esala fluidi acquosi da quattro sorgenti, mari, fiumi, terra e creature viventi. L’acqua che il sole ha attirato dal Gangá dei cieli la riversa rapidamente con i suoi raggi e senza una nuvola; e gli uomini che sono toccati da questa pioggia pura sono mondati dal fango del peccato, e non vedono mai l’inferno: questa è chiamata abluzione celeste. Quella pioggia che cade mentre il sole splende e senza una nuvola nel cielo, è l’acqua del Gange celeste, diffusa dai raggi solari.
Se, tuttavia, la pioggia cade da un cielo luminoso e senza nuvole mentre il sole è nella villa di Krittiká e gli altri asterismi contati da numeri dispari, come il terzo, il quinto, ecc., L’acqua, sebbene quella del Gangá del cielo , è sparso, dagli elefanti dei quartieri, non dai raggi del sole: è solo quando cade tale pioggia, e il sole è negli asterismi pari, che è distribuito dai suoi raggi. ”
(continua…)
(Immagini tratte da .
- Sacred-text.com/hind
- See U in History/ Mythology
- Avaniyogaacademy.com/wp-content/uploads/2014/03/The-story-of-Indra-and-his-VAJRA
Fonti scritte tratte da:
- da Raimon Pannikar, I Veda. Mantramañjarî. Testi fondamentali della rivelazione vedica, 1 vol., Rizzoli (BUR), Milano 2001.
- https://sacred-texts.com/hin/rigveda/rv06072.htm
- https://avaniyogaacademy.com/wp-content/uploads/2014/03/The-story-of-Indra-and-his-VAJRA.pdf
- https://www.wisdomlib.org/hinduism/book/vishnu-purana-wilson
- http://www.gloriousindia.com/scriptures/puranas/vishnu_purana/birth_of_prachin_barhi_and_prachetas_pray_god.html)
- https://sacred-texts.com/hin/rigveda/rv06072.htm)