Bentornati cari Followhz,

State pronti per esplorare l’ignoto!

I tentativi di unire il mondo dei giochi di ruolo cartacei ai giochi da tavolo sono stati molteplici, ma Not the End risulta sicuramente il migliore!

Spesso gli appassionati di modellismo o i semplici giocatori da tavolo tendono a osservare le declinazioni più avveniristiche dei GDR in forme non proprio amichevoli, a causa sopratutto della ricercata liberazione da un ferreo regolamento. Non parlo solo ovviamente dei tanti fan dei Wargame del calibro di Warhammer o WWII, ma anche e sopratutto di quelle persone che mai pensavano di avvicinarsi a questo peculiare mondo, data magari la poca dimestichezza nel ricordare un immenso insieme d’informazioni, volendo giocare con la fantasia sfruttando pochi componenti già inclusi.

D’altronde l’immaginazione risulta il cardine portante per dar vita a storie inimmaginabili, con una forte componente di casualità non sempre scandita dai soliti e monotoni dadi da gioco. Spesso infatti ci sentiamo in necessità di dover vivere nuove esperienze, cambiando magari sistema ruolistico.

Not the End risulta dunque una nuova entusiasmante proposta del mercato, rivolgendo una speciale attenzione al neo arrivato network-editore Fumble GDR, che ringraziamo per la splendida opportunità di aver potuto sviscerare l’intero manuale del suddetto gioco di ruolo. Nonostante il titolo presenti quest’ultima denominazione, il funzionamento delle partite si lega fermamente ai componenti utilizzabili al tavolo, dando un ampio respiro da table-top.

Addentriamoci dunque in quest’innovativo nuovo progetto, capace di vincere premi su premi e fare incetta di candidature per la genialità e libertà interpretativa del suo sistema.

Not the End: La fine è sempre un nuovo inizio

Not the End


La morte di un personaggio nel mondo dei giochi di ruolo segna l’interminabile conclusione di un’avventura di un giocatore, di una missione o di un’incredibile campagna immortale. Not the End stravolge questo incredibile concetto mostrandoci l’importanza dei Tratti del nostro eroe e sopratutto l’effetto che le Sventure possiedono sulla sua caratterizzazione

Ognuna delle nostre creazioni presenterà ben otto Tratti iniziali, ai quali se ne potranno aggiungere molteplici con relative modificazioni o stravolgimenti. Sempre sulla scheda posseduta dal giocatore possiamo notare uno spazio essenziale per gli avvenimenti formativi subiti dal nostro comprimario, definiti come “Sventure”.

Questi elementi non risultano semplici imposizioni interpretative ma saranno alla base delle intere azioni compiute dal nostro pg, ribaltando la buona o cattiva riuscita delle cosìdette prove che dovremo sostenere. Una semplice difficoltà, un’uccisione o un’azione furtiva cambierà a seconda dei Tratti posseduti, per poi tradurre i risultati in realtà.

Not the End: Tasselli di un puzzle ermetico

Not the End


Abbiamo citato più di una volta il Sistema di gioco di Not the End in questa recensione, senza andare mai ad approfondirlo nel dettaglio. Il tutto fonda le sue radici su due elementi che donano al gioco quel pizzico di strategia che i grandi classici da tavolo sanno offrire. Parlo ovviamente dei celebri tasselli colorati, tipici di tante altre produzioni, ma che in questo caso si riducono a due colori in dimensione ampiamente poetica: bianco per il candore delle esperienze a buon fine, nero per il tragico sussulto di una terribile sconfitta.

Per decretare il risultato delle scelte compiute dal giocatore, ci basterà inserire in un sacchetto questi due tipi di piastrine, variandone la quantità da una o l’altra parte a seconda delle skill possedute dal nostro eroe o in base alla difficoltà che la prova impone. Saremo così in grado di pescare un numero variabile di piastrine e decretare svolta la nostra incredibile prodezza. Un’idea che dunque pone il player in condizione di dover ragionare razionalmente prima di gettarsi a capofitto nell’azione, che certe volte presenterà non poche complicazioni.

L’unico problema riscontrato in fase di analisi risulta l’eccessiva confusione che il manuale stesso genera presentandoci fin troppe situazioni possibili, limitando in parte quella libertà promessa fin dalle prime battute. Al posto di spiegare nuove regole o schematizzare gli elementi aggiuntivi, il manuale pone le basi per una fitta rete di esempi e possibili accadimenti, prevedendo un’impossibilità da parte del master o dei giocatori di gestire i momenti più disparati.

Not the End: Sandbox Positivista

Not the End

Le ambientazioni sono spesso l’ultimo drappello mancante di un ottimo setting narrativo, proprio per questo Not the End ci dona tutti gli strumenti per creare uno scenario di qualsiasi genere da noi preferito. Sfruttando gli esempi già precostruiti e approfondendo il tutto in un’apposita sezione dedicata alla creazione di mondi di gioco, il manuale riesce nell’intento di divenire una vera e propria manna dal cielo per chiunque non sia in grado di stratificare un regno medievale o un universo sci-fi con mostri e creature da distruggere.

Inutile dire che l’intera forma Player-friendly che Not the End assume è volta a comunicare un messaggio provvidenziale nella realtà da noi vissuta, da veicolare mediante un potente mezzo quale i giochi di ruolo rappresentano. In un mondo in preda a panico, pandemie e pensiero negativo, dove la fine di una qualsiasi cosa possa far perdere il lume della lucidità, è solo con il positivismo che possiamo far prosperare l’intera umanità, senza demorderci per un terribile smacco subito o per un crudele avvenimento svolto ai nostri danni. Ogni problema presenta una propria, precisa ed efficace soluzione, che necessita solo di essere scoperta da un membro dell’enorme tavolo intorno al quale la razza umana gioca le proprie carte.

Per chi fosse interessato ad acquistare il manuale di Not the End, ecco a voi il link preposto a questo scopo!

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