Salve a tutti, cari Followhz.
Quanti di voi, spesso, si divertono a cheattare? Certamente, lo si sente più spesso nell’online, nonostante un sistema sempre più efficace, ma mai perfetto, di anticheat. Ebbene, quest’oggi, voglio raccontarvi l’origine di tutto questo: come sono nati i cheats nei videogiochi.
Non so se lo sapete, ma il 25 febbraio di quest’anno, il creatore del Konami Code, Kazuhisa Hashimoto, ci ha lasciati a soli 61 anni, come la stessa Konami ha tristemente annunciato nel suo tweet. Molti di voi giovani conosceranno, almeno di nome, questo codice particolare, ma in pochi sicuramente conosceranno la sua storia:
Tutto ebbe inizio nel 1985 quando la Konami assegnò a Hashimoto il compito di fare il porting su NES di Gradius, uno sparatutto a scorrimento orizzontale che spopolava in Giappone all’epoca. Uno dei fattori più difficili del gioco era l’acquisto dei powerup, così, il buon vecchio Hashimoto, per facilitarsi la fase di testing, decise di creare questo fantomatico codice che, inizialmente, doveva servire solo per vedere se il porting era stato fatto in modo adeguato. Naturalmente, Hashimoto non fu il primo a creare dei cheats per semplificare il testing, ma fu, senz’altro, il primo a dimenticarsi di toglierli prima che venisse pubblicato il gioco. Così, quando i giocatori segnalarono tale dimenticanza, per Konami fu troppo tardi: ormai, avevano già commercializzato il gioco e, togliendolo, si rischiava solo di creare altri bug. Così, nacque il famoso Konami Code.
Sebbene, Konami avesse pianificato, inizialmente, di rimuoverlo nei suoi giochi successivi, visto il consenso del pubblico, decise invece di mantenerlo anche per i titoli successivi, arrivando pure in America nel gioco di Contra in cui si possono, così, sbloccare trenta vite extra.
Così, involontariamente, Hashimoto riuscì a rivoluzionare il mondo dei videogiochi, mostrando che i giochi possono essere divertenti anche se privi di vincoli. Il che, secondo me, ha contribuito anche alla nascita degli OpenWorld, dove, si c’è sempre una storia guidata, ma che danno molta libertà al giocatore, travisando così il concetto di gioco, non più impartendo ordini ai giocatori di compiere certe azioni, camuffati e convinti da una storia, bensì dando la piena libertà al giocatore in modo tale che possa divertirsi scegliendo se seguire la storia o meno, nello stesso modo in cui voi potete scegliere se divertirvi coi cheats o meno.
Anche a me, personalmente, piace approfittare dei cheats nei giochi, soprattutto quando la storia è molto intrigante e mi infastidisce il dover pensare di non essere “degno” per godermi il finale di qualche capolavoro come può essere un ResidentEvil o un Kingdom Hearts. Poi, magari, successivamente, accetto la sfida e affronto il gioco alla massima della difficoltà, ma almeno mi sarò goduto un bel finale
Ora, avete l’opportunità di confessare qui sotto, quanti di voi usano i cheats nei videogiochi?