Salve a tutti, cari followhz.

Oggi, vorrei parlarvi di un videogioco di cui non se ne sente molto parlare: Outlast. Un horror in prima persona molto coinvolgente che sembra si ispiri molto a vari Resident Evil. Ambientato in un manicomio, un giornalista, anziché vivere la sua vita tranquilla, decide di investigare sui misteri e sulle leggende che avvolgono tale struttura.

OutlastTrama semplice ed efficace che rendono però, il gioco di per sé affascinante quanto ripetitivo perché per tutto il gioco si cercherà sempre di attivare valvole e percorrere strade cercando di evitare zombies di diverse categorie, anche se alla fine, sembra che cambino solo le animazioni di morte. Inoltre, la trama non sembra molto chiara: si scopre, quasi come un cliché, che questi pazienti sono mezzi morti per colpa di un virus che la società sotto il manicomio stava sviluppando ed al suo interno c’è uno spirito demoniaco governato da un paziente di nome Billy intubato che continuerà a determinare l’esistenza del suddetto spirito finché non lo uccideremo. Tutto ciò, ci verrà spiegato da uno degli azionisti della società che ci spiegherà che è vivo grazie proprio a Billy se lui è ancora vivo, senza dilungarsi in dettagli. Dopo averlo ucciso, giungendo in fin di vita, come se non bastasse, l’azionista di prima aveva chiamato altri militari e, senza spiegare nulla, ci spareranno un po’ di colpi, senza motivo e facendoci rimanere pure molto male dopo tutto ciò che abbiamo fatto.

Outlast

Tolto questi aspetti, di per sé, rimane un gioco molto affascinante, ricordato soprattutto per la celebre scena in cui uno scienziato pazzo taglia le dita al protagonista con delle forbici giganti, con conseguenza rimessione del nostro protagonista per ovvie ragioni. Inoltre, tale gioco si basa molto sulla videocamera che ci permetterà di guardare nel buio ed anche di apprezzarne la sua importanza, dato che, ad un certo punto del gioco, la perderemo pure.

Interessante, inoltre, ma poco sviluppato il tema espresso dalla frase che forse viene ripetuta più spesso all’interno del gioco: “Come sai di non essere un paziente?”, che sembrava annunciasse un twistone finale, e invece, come vi ho detto, finisce in tutt’altro modo.

Da segnalare anche l’interessante, ma anche qui, poco approfondito, confronto tra fede e scienza, ma che chiude con l’estrema crocifissione e bruciatura del sacerdote del gioco.

Outlast

Ma, proprio per tenere fede all’icona del gioco, la Red Barrels non è morta, anzi, ha twittato al 31 ottobre 2019, per ovvie ragioni, una news croccante.

Spero che, a fronte di questi errori grossolani, tra temi poco approfonditi e gameplay ripetitivo, con questo nuovo gioco, la Red Barrels possa generare un capolavoro ai livelli di qualunque Resident Evil in cui gli errori non sono così grossolani, ma solo qualcosina da perfezionare.

E a voi, è piaciuto Outlast? Che aspettative avete riguardo a questo nuovo gioco?

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