Bentornati cari FollowHz,
state pronti per esplorare l’ignoto!!!
Abbiamo parlato molto del VR durante il 2019, mossi principalmente dall’annuncio clamoroso di Half-Life Alyx. Pensando che il futuro fosse molto lontano non abbiamo tenuto conto del mercato attuale, in quanto la Realtà Virtuale è come un vetro fragilissimo che al minimo cambiamento o innovazione si infrange ponendo nuovi standard per un medium abbondantemente volubile. Ma quando in un prodotto del genere fanno capolino novità incommensurabili e mai viste prima, allora potete capire la grande quantità di successo che un’idea di questo tipo che può aspirare ad ottenere. Ed oggi parleremo proprio di un fresco, florido capolavoro, che come un regalo di Natale inaspettato è pronto a far breccia nei nostri cuori.
Boneworks, questo è il nome del titolo prima citato, che esalta un concetto molto delicato nell’ambito videoludico, ovvero quello della Fisica. La consistenza degli elementi che compongono il mondo virtuale deve essere il più realistica possibile, e nel protagonista di questo articolo possiamo osservare una disarmante ed incredibile attenzione per i suddetti dettagli. Casse, finestre, tubi e secchi, tutto è toccabile, afferrabile e sfruttabile nel migliore dei modi, tanto che un coperchio di metallo può diventare un’efficace scudo contro i proiettili. L’esperienza è immersiva a tal punto che è possibile sperimentare sulla propria pelle la fatica di arrampicarsi su strutture posizionate in zone sopraelevate, il tutto abbinato ad una narrativa velata Orwelliana. Un’avventura impagabile che stupisce e che può benissimo essere ritenuta come uno dei migliori videogiochi per il nuovo Visore HTC Vive. Ma non è la prima volta che un’opera ludica tenta di sfruttare in maniera così elaborata il mondo di gioco.
Sotto il punto di vista della Fisica, Nintendo ci ha visto lungo, tanto da portare a casa un Game of The Year con The Legend of Zelda Breath of the Wild. Una produzione che fa del suo open world dall’interazione incredibile un punto di forza non indifferente e che è riuscito ad inserire questo concetto in un’ambientazione così variopinta come quell’Hyrule di cui tutti ci siamo innamorati. Sciogliere il ghiaccio con del fuoco o distruggere un accampamento con le fiamme risultano essere azioni strabilianti considerando questa quantità di scene scriptate così infima. Un gran punto di forza che ha reso questo prodotto un capolavoro inarrivabile.
Il discorso che ho fatto fino ad adesso non vuole sminuire i giochi dalla trama lineare o i cui binari sono già precostruiti. Anche in questa categoria si possono far rientrare dei sublimi cult. La saga di Uncharted ne è l’esempio più lampante. Una narrativa pregiata ed efficace che riesce nell’intento di narrare una storia matura sfruttando ambientazioni che strizzano l’occhio ad altri famosi brand, come Tomb Raider. Il tutto si traduce in un percorso già prefissato che impedisce in qualche modo di uscire fuori dagli schemi. Proprio per questo si è stati capaci di creare un’opera dal forte sentore cinematografico, un lungo lavoro durato anni ma che non è meno ambizioso dei progetti citati prima.
Eccoci tornati dunque al principio, pronti per gettare lo sguardo verso un 2020 eccezionale, ricco di sorprese da ogni punto di vista, anche riguardo elementi nerd che mai prima d’ora avevano destato l’attenzione di noi fan sfegatati dei videogiochi.