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Come riportato da Nytimes.com, il governo della repubblica popolare cinese ha varato nuovi regolamenti riguardanti il mondo videoludico e in particolare il rapporto tra questo e gli adolescenti cinesi.
Si tratta di una serie di limitazioni del tempo speso dai più giovani a giocare allo scopo di contrastare il fenomeno della dipendenza da videogiochi, fenomeno che sarebbe giunto a dimensioni allarmanti e che, agli occhi delle autorità governative, sarebbe la causa principale dell’aumento di problemi alla vista e del peggioramento dei rendimenti scolastici e accademici.
Queste norme, annunciate dall’Ente Generale della Stampa e dell’Editoria martedì scorso, vietano agli utenti che hanno meno di 18 anni di giocare durante gli orari compresi tra le 22:00 e le 8:00.
(Immagine tratta da LucesdelSiglo.com).
Non è consentito giocare più di 90 minuti durante i fine settimana e più di tre ore nei giorni festivi.
Tali limitazioni costituiscono l’ultimo tentativo del governo di porre un freno all’industria del gioco online cinese, una delle più grandi al mondo, che genera oltre 33 miliardi di dollari di entrate annue e attira centinaia di milioni di utenti.
Sotto il presidente Xi Jinping, le autorità governative in Cina hanno adottato un approccio più energico nel regolamentare le grandi aziende tecnologiche e nel spingerle a fornire il proprio supporto nel diffondere i valori culturali promossi dal Partito Comunista al potere.
I videogiochi sono diventati un obiettivo popolare.
I media statali hanno definito alcuni giochi simili a una specie di “veleno” e il governo ha bloccato le vendite di alcuni titoli perché ritenuti troppo violenti.
L’anno scorso il premier cinese ha parlato pubblicamente riguardo la piaga della miopia tra i bambini, esortando le autorità perché si prendano provvedimenti in merito.
L’Ente Generale della Stampa e dell’Editoria ha dichiarato che i minori saranno tenuti a utilizzare nomi reali e numeri di identificazione quando hanno effettuato l’accesso per giocare.
Le norme pongono limitazioni anche riguardo quanto i giovani possono spendere per gli acquisti effettuati tramite app, come armi virtuali, indumenti e animali domestici. Questi acquisti ora sono limitati a dei costi compresi tra i 28 a 57 dollari mensili, a seconda dell’età.
(Immagine tratta da Redmondpie.com).
I funzionari cinesi hanno affermato che i regolamenti sono finalizzati a combattere la dipendenza da videogiochi.
“Questi problemi influiscono sulla salute fisica e mentale dei minori, nonché sulla loro vita e sul normale processo di apprendimento”, ha affermato l’Ente Generale della Stampa e dell’Editoria in una dichiarazione pubblicata da Xinhua, agenzia di stampa ufficiale del suddetto organo amministrativo.
(Immagine tratta da Svg.com).
Vari analisti hanno affermato che queste norme erano già state ampiamente anticipate dall’industria e che probabilmente non ci sarebbero stati danni al flusso delle entrate.
Molte delle più grandi aziende del settore tecnologico, come Tencent e Netease, hanno già imposto limiti agli utenti più giovani.
È anche probabile che i giovani giocatori riuscire a trovare il modo di aggirare i regolamenti, come l’uso del telefono di un genitore e il numero di identificazione.
(Immagine tratta da Pulse.ng).
“Ci saranno sempre delle lacune”, ha dichiarato Daniel Ahmad, analista presso Niko Partners, una società di ricerca e consulenza.
Ahmad ha aggiunto che, al momento, quello cinese è uno dei mercati di videogiochi più severamente soggetto a restrizioni del mondo e che le società del settore tecnologico nel paese e all’estero sono tenute a seguire molto da vicino gli annunci politici rilasciato dal governo.
“Penso che rispetto all’Occidente, il sistema sia rigido in modo estremo”, ha affermato Ahmad. “Editori e sviluppatori devono porre molta attenzione al contenuto dei giochi che stanno sviluppando per questo mercato.”
(Immagine tratta da Ibtimes.sg).
Tali norme sono state salutate scetticamente da alcuni genitori e diversi giocatori.
Yang Bingben, 35 anni, proprietario di una azienda specializzata in tecnologia industriale con sede nella Cina orientale, ha affermato di essere preoccupato che molti bambini troverebbero comunque dei modi per giocare ai videogiochi.
Ad esempio, ha osservato che suo figlio di 7 anni giocava spesso a giochi che non richiedevano una connessione Internet ed erano difficili da regolamentare.
(Immagine tratta da Nytimes.com).