la giornata di ieri ha visto l’uscita di Mario Kart Tour, nuovo titolo mobile di Nintendo dedicato alla celebre serie di racing arcade. Si tratta di un free-to-play che però ha generato alcune polemiche per via della presenza del Gold Pass, oltre che delle microtransazioni.
Com’era stato già annunciato in passato infatti, sarebbe stato possibile acquistare in game alcuni contenuti a pagamento, come nuovi personaggi e kart, e come la possibilità di riempire nuovamente la barra della benzina e quindi poter disputare più partite al giorno.
Il Gold Pass di Mario Kart Tour però è arrivato un po’ a sorpresa. Si tratta di una sorta di sottoscrizione mensile, al costo di 4.99 euro, che sblocca ulteriori contenuti esclusivi, come la modalità 200cc o le ricompense d’oro ad esempio, ed è un modello di business che Nintendo non aveva mai adottato prima nei suoi videogame per smartphone.
In Super Mario Run ad esempio, era possibile giocare una porzione del gioco, e poi eventualmente sbloccarlo tutto con un pagamento una tantum, ma i numeri non hanno convinto molto la Grande N, evidentemente. Fire Emblem Heroes al contrario, combinava le meccaniche free-to-play con quelle dei gacha, con risultati molto migliori dal punto di vista economico.
Questa strategia di lanciare una sorta di abbonamento per utilizzare un singolo videogioco, laddove ad esempio Apple Arcade allo stesso prezzo offre una libreria da 150 giochi, appare quantomeno strana, non solo dal punto di vista economico.
Se infatti in un primo momento, lo scopo di Nintendo con l’entrata nel mercato mobile era quello di attirare verso le sue console un pubblico ampio come quello dei gamer su smartphone, lanciare una sorta di abbonamento ad una propria app, invoglia invece la gente a restare su quell’app.
Cosa sta cercando di fare Nintendo, dunque? Per il momento, esperimenti. I numeri iniziali tra l’altro sembrano anche buoni, visto che Mario Kart Tour è tra le app più scaricate, nonostante le polemiche.
Cari followHz, ormai tutti sapete qual è la mia posizione in merito alle microtransazioni però ogni tanto vale la pena rinnovarla.
Partiamo dal concetto che la mia generazione ha giocato a Super Mario quasi giorno e notte, oggi ho trentatrè anni e voi state rovinando qualcosa che i ragazzi della mia età hanno amato, noi si amava giocare e confrontarsi al motto di “vinca il migliore”, oggi il motto si è trasformato diventando “vinca il più ricco” che personalmente trovo capitalista e molto più antipatico e, ciò non rispecchia l’ambito videoludico.