Salve cari FollowHz e benvenuti in questa nuova puntata de “Le Storie del Corvo”.
La storia di cui si parlerà oggi riguarda un gioco che alcuni di voi, o amanti della cultura del Sol Levante avranno conosciuto agli inizi dello scorso decennio, e le fonti che i creatori dell’opera hanno utilizzato per crearne l’ambientazione e la trama. Si tratta (rulloni di tamburi!) di Ōkami, titolo action adventure con elementi platform sviluppato dal defunto Clover Studio e pubblicato per la prima volta da Capcom nel biennio 2006-2007 (il primo anno in Giappone e Nord America, il secondo in Europa) per PlayStation 2, PlayStation 3 e, nel 2008, per Nintendo Wii (curata dallo studio americano Ready at Dawn).
Ben nove anni dopo (più precisamente nel corso del 12 e del 13 dicembre 2017) venne pubblicata una nuova versione rimasterizzata del gioco concepita apposta per PS4, Xbox One e PC in Europa, Nord America e Giappone, cui farà seguito la versione per Nintendo Switch il nove di agosto dell’anno siccessivo.
Realizzato dalle geniali menti di personaggi quali Hideki Kamiya, Atsushi Inaba, Iroshi Shibata, (rispettivamente direttore, produttore e game designer), questo gioco conta su una grafica basata su uno splendido stile cel shaded che riprende moltissimo dalla scuola pittorica sumi-e,(nata in Cina durante la dinastia Tang, 618-907 e introdotta in Giappone a metà del XIV secolo), e dalle scenografie del teatro Kabuki, riuscendo così a rendere bene l’atmosfera mitica, quasi fiabesca degli ambienti e dei luoghi in cui il giocatore si trova a muovere.
La storia, nella migliore tradizione mitologica, si colloca in un periodo non meglio specificato del Giappone feudale, e protagonista è nientemeno che la Dea del Sole Amaterasu-ō-mi-kami la quale, dopo che furono trascorsi cento anni dalla vittoriosa battaglia ingaggiata dall’eroe Nagi e dal lupo bianco Shiranui contro il demone ottocefalo Orochi (che minacciava il villaggio Namiki e una fanciulla chiamata Nami), risponde alla richiesta di aiuto inviatole da Sakuya, spirito protettore di del villaggio di Namiki, decidendo di scendere sulla terra in forma di lupo dal pelo bianco e combattere insieme a un umano chiamato Susano contro Orochi, nuovamente libero dalla prigionia cui era stato costretto cento anni prima.
Il demone subirà una nuova, definitiva sconfitta, e nuove avventure e sfide con altri spiriti maligni seguiranno fino a raggiungere un luogo situato a nord, dove giace il relitto di una nave divina dalle quale si è originata la potenza demoniaca che aveva partorito Orochi e altre entità oscure.
Proprio in quel momento fa la sua comparsa la misteriosa figura di Waka, il guardiano della caverna della Luna, personaggio che gioca un ruolo importante nel corso della storia e che per l’occasione rivela di essere membro della tribù della luna, esseri che costruirono l’imbarcazione per consentire agli esseri celesti di fuggire dalle proprie sedi paradisiache quando vennero assalite dal terribile Orochi, senza tuttavia sapere che l’essere maligno si era nascosto all’interno dell’Arca, che da questi venne fatta precipitare sulla terra causando la morte di tutti i passeggeri.
Ultimo demone a venire annientato dalla Dea sarà Yami, la cui dipartita segnerà la liberazione dell’Arca e con essa di tutta la terra di Yamato e quindi il ritorno della Divina Signora Amaterasu presso il suo celeste reame.
(…continua)