Carissimi FollowHz, ancora una volta ben ritrovati in questa nuova puntata de’ “Le Storie del Corvo”.
La storia di cui parleremo oggi riguarda la fonte di ispirazione di un gioco che avrà fatto la gioia di non pochi fra voi amanti del genere strategico a turni, un’opera che quanto a scenari spettacolari non teme confronti con nessun altro titolo della stessa tipologia o anche di altre come gli RPG o gli sparatutto in prima persona. Si tratta dell’ultimo capitolo della serie di Creative Assembly Total War,ovvero Total War: Three Kingdoms, rilasciato il 23 di maggio in versione giocabile unicamente per PC.
Come è facilmente intuibile dal titolo, il gioco è ambientato il quell’epoca non esattamente tranquilla dell’antica storia cinese nota come “periodo del Tre Regni” (dal 220 al 280 e.v.) nel corso della quale il paese fu dilaniato da una serie di scontri tra tre grandi stati formatisi dopo la caduta della dinastia Han, e i cui fatti salienti, personaggi e battaglie sono stati in seguito immortalati in quell’opera monumentale nota come “Il Romanzo dei Tre Regni”, poderoso lavoro narrativo realizzato nel XIV secolo dall’erudito Lu Guanzhong annoverato tra i quattro grandi classici della letteratura cinese: un testo di oltre 12 capitoli e 800.000 parole, divenuto così famoso da aver travalicato abbondantemente i confini del paese di mezzo, qualcosa che da noi può essere paragonato alla Divina Commedia dantesca, al Canzoniere di Petrarca, al Decameron di Boccaccio, i Promessi Sposi e i romanzi di D’Annunzio tutti insieme, nonché ai grandi classici della letteratura europea come le opere di Shakespeare, Goethe, Cervantes, Pushkin e Dumas.
A buon diritto definito da molti come il romanzo storico più letto della Cina imperiale e moderna, oltre che ispiratore di grandi opere cinematografiche come il colossal “La Battaglia dei Tre Regni” di John Woo con la partecipazione di famosi attori asiatici quali Tony Leung Chiu Wai, Takeshi Kaneshiro, Zhao Wei e Zhang Fengyi, e perfino di una serie Manga intitolata Ikkisouten.
Le figure che dominano l’intero romanzo sono quelle di personaggi che hanno segnato indelebilmente la storia del celeste impero, parliamo di gente del calibro di Cao Cao, ultimo primo ministro della dinastia Han e fondatore del regno settentrionale di Wei, il generale Sun Jian soprannominato ”La Tigre di Jiangdong”, il signore della guerra ed ex consigliere Dong Zhuo che a seguito della morte dell’imperatore Ling Han conquistò la capitale Luoyang nell’anno 189, impose l’imperatore fantoccio Xian instaurando così un feroce regime tirannico terminato l’anno successivo a seguito di una sconfitta contro forze ostili coalizzate contro di lui, o ancora Liu Bei, fondatore del regno Shu e autoproclamatosi “restauratore degli Han”, senza dimenticare “Grande Maestro” Zhang Jiao della “Via della Pace” che all’inizio del periodo guidò la grande rivolta contadina dei “Turbanti Gialli”, nata per abbattere la corrotta dinastia Han, poi soffocata nel sangue.
Questi e molti altri personaggi fanno la loro apparizione in un interminabile fiume di eventi e sotto-trame così complesse eppur tanto avvincenti da far ricordare le storie del Trono di Spade (verrebbe quasi da chiedersi se anche da questo romanzo il vecchio Martin non abbia preso qualche spunto per alcune parti delle sue opere) conclusosi con la conquista del regno di Wu, ultimo dei tre regni, ad opera di Sima Yan, fondatore della dinastia Jin e unificatore del paese.