Salve a tutti cari followHz,
oggi vorrei trattare un argomento sociale che mi sta a cuore da diverso tempo: gli hikikomori, un fenomeno di isolamento molto in voga tra gli adolescenti dapprima in Asia, oggi ahimè molto frequente anche in Italia.
Tale fenomeno, può essere però prevenuto interessandosi in quanto genitore alle attività svolte dai figli specialmente on line: che titoli giocano, che relazioni instaurano ecc. senza più limitare il dialogo alle classiche domande che tutti almeno una volta ci siamo sentiti porre: come è andata oggi? che hai fatto a scuola? ecc.
Alla luce di quanto detto, è fondamentale che ci sia una profonda relazione genitore-figlio a fare da collante a tutte le azioni di prevenzione legate ai giovanissimi.
L’associazione Auto Mutuo Aiuto di Trento, si occupa da tempo del fenomeno in questione, perché si è vista recapitare diverse chiamate da genitori preoccupati dallo strano comportamento dei figli.
A seguito delle numerose telefonate, l’associazione ha organizzato degli incontri formativi che hanno visto l’aumento delle richieste di aiuto.
Questi incontri, hanno visto poi il formarsi di due tipologie di problema che spesso procedono di pari passo:da una parte i ragazzi con un problema più o meno grave di utilizzo di videogiochi e dall’altra ragazzi con un ritiro sociale – gli hikikomori.
Come e quando si scatenano queste patologie? In parte, da una certa predisposizione: se sono stato esposto alle tecnologie digitali fin da piccolissimo e senza regole da seguire, arrivato alla preadolescenza avrò abitudini di un certo tipo. Altro fattore scatenante è spesso il bullismo (anche di tipo cibernetico).
In conclusione, l’hikikomori è stato riconosciuto dal ministero della salute giapponese come patologia, mentre a livello italiano ed internazionale se ne sta ancora discutendo.
Per quanto mi riguarda, in Asia hanno fatto molto bene ad attenzionare tale fenomeno anche a livello medico-sanitario, mi chiedo invece cosa si aspetti per classificarlo in tal senso anche in Italia permettendo ai soggetti colpiti di avere accesso alle cure del caso.